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Sapete, affrontare questo argomento per me non è stato semplice.
Conoscete ormai la mia avversione verso il resell, ma parlare con le persone sposta sempre i riflettori, centrandoli sul vero argomento di discussione.
Chi non conosce dropout nel mondo delle sneakers? E' il negozio più commentato e criticato d'italia, e allo stesso tempo visitato di Milano, quando si parla di street wear e affini.
Fa parte del gioco da un po', e da quando si è spostato ancora-più-in-centro catalizza sempre l'attenzione, ci passo 9 volte su 10 quando parcheggio la macchina in zona Duomo.
Quando parlo di commenti e critiche, il discorso è molto semplice: Dropout offre prodotti a prezzi alti. Innegabile, smarchiamo subito questo punto così possiamo serenamente parlarne.
Prezzi alti vuol dire andarsi a prendere un determinato gruppo di persone, magari piccolo ma per cui la fiducia è tutto, l'elasticità al prezzo è tanta e i limiti di spesa sono spesso molto ampi. Offrire un'esperienza premium è difficile, come è difficile comprenderla per chi non riesce o non può viverla. Non è facile farvelo capire, ma è come entrare in Rinascente e fare un giro da Off White oppure entrare nella boutique, che tra l'altro è proprio di fianco Rinascente qui a Milano: magari vendono anche la stessa roba, ma è l'esperienza di acquisto che cambia, si evolve e migliora, secondo quelli che sono i dettami del brand.
Non è il "reseller sotto casa" o il negozio del tipo che si trova troppe paia e decide di spostarsi sul fisico per avere più credibilità e possibilità di vendita. Qui si fa un po' di necessità virtù: il reseller sotto casa apre una page insta e offre quello che ha, il prodotto. Il negozio può venire di conseguenza, e non è detto che non possa poi diventare "dropout" un giorno, ma è diversa l'evoluzione del percorso di crescita.
Dropout è quindi la boutique, e Kola (uno dei fondatori dell'azienda) ci spiega proprio che il termine resell non fa parte del loro modo di lavorare. E' un aspetto e concezione interessante: è chiaro che non si elimina dal mondo una parola solo perché sei tu a non dirla, ma la visione dell'azienda è tale da posizionarsi al di fuori del radar resell.
Mi soffermo poi un attimo sull'aspetto clientela, che rafforza il concetto di Dropout: se il cliente tipo ha una capacità di spesa elevata, è chiaro che oggettivamente acquista una scarpa a resell (se il prezzo di vendita è 100 e tu compri a 150 è resell), ma soggettivamente non è un aspetto interessante il prezzo in sè, quanto proprio l'acquisto di un bene raro in una boutique che offre il servizio di trovarlo, autenticarlo, offrirlo in un posto bello e che ti fa sentire a tuo agio "nella ricchezza". Spero di aver spiegato in maniera sufficiente questi due aspetti che differenziano Dropout da un altro tipo di mercato, che proprio non risulta comparabile.
Detta ancora più semplicemente: se siete una page di resell e vi chiede una scarpa Lazza, ve ne vantate tanto da metterlo in pagina nella Bio. Da dropout va a comprare Lazza, Vieri, Lukaku e così via e non gliene frega un cazz a nessuno. Semplicistico, efficace.
Giusto due righe: quando scrivi un commento su Facebook e il tuo lavoro viene apprezzato e riconosciuto è sempre un piacere; quando un commento porta un contatto di un'azienda più o meno importante nello sneakergame (che poi l'importanza la facciamo tutti noi) come Rhoncus, DaVinci 1 Store, Dropout a contattarti capisci che stai premendo i tasti giusti.
Ci vogliamo prendere quello per cui stiamo lavorando, è innegabile. E un ringraziamento va ai tanti di voi che ci leggete qui e ci tenete compagnia su Insta. Offriamo argomenti differenziati a seconda della piattaforma che presidiamo (a parte Tiktok, ma ci stiamo lavorando) e ora siamo anche su
dove abbiamo un gruppo di discussione, dove possiamo chiacchierare di tutto con la massima trasparenza, come già facciamo qui sul magazine (informazione) su Instagram (comunicazione) e ora anche una vera e propria community.
Ciao Kola, eccomi qui. Grazie di averci contattati, è un super piacere farvi qualche domanda.
Qual è la tua occupazione principale (se non Dropout)? Se invece è dropout, di cosa ti occupi all'interno dell'azienda? Quanti dipendenti ci lavorano?
Per come è “strutturata” la mia vita non credo che parlare di un’occupazione principale in quanto ho svariati interessi e posizioni. Il mio background è nel settore sanitario (sono un medico a Londra) mentre per quanto riguarda dropout mi occupo prevalentemente delle analitiche e della business strategy.
Dropout conta 7 lavoratori “fissi” e varie agenzie/partner esterni per domini come la creazione di contenuti media o la comunicazione. In totale sono una quindicina le persone che girano intorno all’ecosistema.
Da dove nasce dropout e, sopratutto, ti aspettavi che arrivasse ad essere così importante sul panorama italiano ed europeo?
dropout nasce ideologicamente dalla volontà mia in primis, e dei miei soci, di portare e mantenere in Italia un negozio che potesse essere la referenza del paese per la cultura streetwear/limited edition, in maniera complementare alle aziende importanti già esistenti nel settore streetwear classico (come Slam Jam, One Block Down e Back Door Bottega per fare degli esempi), partendo dalla capitale della moda europea.
Difficile per me dire se dropout sia importante o no nella scena nazionale ed internazionale, ma posso certamente affermare che la nostra mentalità è quella di giocare per vincere il campionato anzichè puntare alla salvezza…
La storia della sneaker con il reverse swoosh, già stato oggetto di un mio post "stranger things", è stata raccontata da praticamente tutti. C'è un aneddoto che magari non è stato ancora detto alla stampa mainstream?
Aneddoti particolari in realtà no, ma interessantemente posso confermare che stimiamo l’ordine di persone che vengono per fotografarla è nelle migliaia su base annua.
Puoi dirmi qual è il vostro volume di vendita annuale?
Quest'anno chiuderemo con 7 cifre di fatturato ed in positivo.
Ho visto la nuova sezione WTB, mi racconti da dove nasce la necessità di acquisto da privati, come si svolge il processo di autenticazione e quanto tempo impiega una scarpa ad essere autenticata? Quanti autenticatori ci sono in azienda?
La necessità è duplice: ampliare la supply chain e fornire un ulteriore servizio al pubblico. Abbiamo oltre 15mila utenti attivi e registrati di cui conosciamo l’interesse per lo streetwear e che per certi versi fungono da community.
L’autenticazione impiega a scarpa meno di un’ora ed è estremamente dettagliata.
Qualsiasi dubbio porta al rifiuto della scarpa con restituzione al mittente. Per motivi pratici non divulghiamo il processo esatto ma posso confermare che include un periodo di training formale degli addetti e la necessità di rimanere al passo coi tempi per quanto riguarda ultime repliche ed arrivi in Italia di lotti sospetti di modelli particolari. Gli autenticatori di ruolo sono 4.
C'è entusiasmo e curiosità in una realtà tutta italiana, e sicuramente la compra vendita anche tra privati (sistema conto vendita) aumenta ancora di più le possibilità di crescita e notorietà nello sneaker game.
C'è però anche un po' di perplessità, tra le persone con cui di solito parlo, nel rapporto tra il WTB e poi il prezzo di vendita. Si fa spesso confronto tra siti come Klekt e StockX (che però immagino gestiscano anche volumi di vendita diversi) e questo fa un pò storcere il naso ad alcuni appassionati, specie quando appunto il rapporto tra acquisto e vendita su dropout sembra forse un attimo più a favore dell'azienda. Mi puoi raccontare quali valutazioni ci sono dietro alle considerazioni che fate rispetto ad acquisti e vendite?
Piuttosto che soffermarmi sulle valutazioni sottolineo come dropout fornisca generalmente i migliori payout sul mercato (rispetto ai marketplace). I prezzi di vendita sono possibili per dropout grazie alla forte credibilità costruita nel tempo ed alla struttura organizzativa del business che si posiziona in un segmento non raggiungibile da privati.
In cosa vi differenziate rispetto ad una semplice page di resell su IG, ma anche da Klekt e StockX?
Operiamo per molti versi nello stesso mercato ma siamo un business diverso. Il fine di dropout non è vendere scarpe o fare “resell” (tant’è che la parola resell non viene utilizzata da noi) ma fornire un’esperienza premium che culmina nell’espressione personale tramite la cultura streetwear.
Sono stato uno dei tanti partecipanti alla vendita speciale effettuata nel vostro negozio allora in porta Ticinese con Garment Workshop di Barengo. Mi è sembrato però che l'interesse fosse più rivolto al brand dell'influencer che alla compravendita delle sneakers, magari mi sbaglio e quindi vi chiedo: oltre ad un aumento di "popolarità" da parte del vostro brand, quali sono stati gli altri vantaggi di una collaborazione di questo tipo? E pensate di realizzarne altre in futuro?
Collaborazioni di questo tipo sono utili per entrambi i brand per favorire il consolidamento di community e fan base, oltre che generalmente a portare un forte ritorno immediato in termini di vendite e brand visibility. Va ricordato ad ogni modo che l’utente medio che acquista determinati brand non è necessariamente lo stesso che acquista sneakers da dropout. Sicuramente faremo altri pop-up.
Avete chiuso un round di Crowdfunding di 750mila euro, io ho potuto leggere solo la parte di progetto: mi racconti (anche a grandi linee) come avete intenzione di usare questi fondi, qual è il vostro target a cui puntate di arrivare?
Un round d’investimento è oltre che un modo per ottenere dei soldi anche un modo di mandare un segnale forte rispetto alla sicurezza del business tramite la fiducia riposta dagli investitori. I fondi sono stati utilizzati per la realizzazione del nuovo store nel quadrilatero, il miglioramento della struttura e-commerce e piattaforma di acquisto, campagne pubblicitarie, investimento significativo nel magazzino ed allargamento del team. Quest’anno vedremo un fatturato più che raddoppiato rispetto all’anno scorso.
Non abbiamo target definitivi dato che non vediamo limiti rispetto a dove possiamo arrivare.
Credete che il mercato del resell, anche vista la crisi dei consumi attuale, abbia ancora previsioni di crescita così alte (si parla di 35 miliardi tra 10 anni) o ci sarà un'inversione di tendenza?
Per noi non ha molta importanza dato che come spiegato prima operiamo in un business differente dal “resell” per quanto il mercato sia sicuramente un punto di riferimento per dropout. Generalmente parlando comunque le recessioni tendono a intaccare la classe media più di quella alta (in termini di capacità di spesa) per cui la nostra fascia di clienti tipo risente meno delle problematiche macro-economiche. Dubito vi sarà un’inversione di tendenza.
Come funziona il servizio WTB di dropout
Magari non lo sapete, ma dropout non vende esclusivamente, ma ha lanciato dei servizi di WTB e compravendita tra privati per offrire nuovi servizi ai suoi utenti, e naturalmente anche allargare l'utenza che conosce e usa i suoi servizi.
Ci siamo concentrati su questo perché, dopo l'intervista con Kola, ci sembra abbia spiegato molto bene il posizionamento del brand e ciò che offre il negozio specie adesso che si è spostato vicinissimo a San Babila.

La pagina di Dropout Want To Buy si apre sulla cosa più semplice possibile: un box di ricerca.
Inserendo una qualsiasi parola che faccia da riferimento darà un risultato con tutto ciò che Dropout sta cercando di acquistare, uscirà immediatamente il Payout netto che vi sarà corrisposto una volta che un autenticatore certificherà la vostra scarpa et voilà, bello che fatto.
Non c'è la sneaker che stai vendendo tra quelle ricercate? Ecco altri due semplici box

Il primo è presente subito sotto la ricerca, nel caso in cui tu voglia mettere una scarpa in CONTO VENDITA presso Dropout.
Il secondo invece è un canale di avvisi tramite Telegram, in cui puoi entrare e ricevi ogni WTB dell'azienda.

Qualsiasi processo di vendita, prima di poter iniziare, ha bisogno dell'accesso, della firma digitale del contratto di vendita e del caricamento della propria carta di identità, così che tutto sia certificato e sicuro.
Alcuni, quando hanno saputo dell'intervista, mi hanno fatto notare un po' polemicamente che i payout sono al di sotto di quelli ad esempio di stockX.
Io, senza fare polemica ma semplicemente facendo notare una cosa a livello empirico, l'unica scarpa che sta cercando ora Dropout è la J1 Visionaire ⬇️


Vedete come, almeno in questo caso, il payout risulta praticamente uguale; è indubbio che magari dropout, essendo immensamente più piccola di StockX abbia costi più alti e quindi cerchi di acquistare al prezzo più vantaggioso possibile, è una legge di mercato dove chi compra prova sempre ad abbassare e chi vende prova sempre ad alzare.
Sappiamo che quanto meno sia un'alternativa, tutta italiana, ai grandi colossi come StockX, Klekt e compagnia.
Analizzare le parole di Kola mi ha portato a pensare che il mondo è bello perché è vario: nelle idee dei fondatori di Dropout c'è già tutto quello che serve per differenziare un negozio che punta ad una determinata clientela rispetto ad un negozio che fa semplicemente resell.
Dallo scetticismo iniziale è chiaro che qualche scoria rimane ancora, ma molte delle nubi che oscuravano la mia vista si sono ora quanto meno allontanate.
Dall'Università di Bari circola un testo non completamente ufficiale in cui si dice che seguendo eyesonsneakers su instagram le possibilità di vincere una raffle migliorano dell'87% e su Telegram hai un cop al mese assicurato. Anche grazie a tutte le nostre call
Non è stato scritto da nessuno dei nostri parenti.