Recensione: Nike SB Dunk Low Why So Sad?

Nike SB Dunk Why So Sad?

La prima volta che le ho viste, fra le centinaia di early pairs di Private Selection, ho subito pensato che dovessero essere mie, prima o poi: pur non conoscendo la storia che stava dietro a questo paio, i dettagli, la palette di colori e il fatto che fossero delle SB mi avevano completamente catturato. Poi, spulciando sul vasto e saggio web, cominciai a capire il significato della frase "Why So Sad?": e lì inevitabilmente promisi a me stesso che le avrei prese, a retail o a resell. E non so nemmeno io come ce l'ho fatta, e ne ho prese addirittura due paia a retail: per questo, sedetevi comodi, non prendete i popcorn perché dovete leggere e non guardare un film di merda e gustatevi la recensione delle Nike SB Dunk Low "Why So Sad?"!!!

John Rattray e The Predatory Bird: il background di queste Dunk

So che vi ho ben abituati ad una scrittura particolarmente leggera e irriverente (tanto da meritarmi l'accurata diagnosi di coprolalia), ma almeno in questo paragrafo eviterò di usare termini volgari, per non sminuire la nobile missione del progetto che sta dietro alle Why So Sad: partiamo, quindi, dalla storia personale del loro creatore, John Rattray.

commento di fabri: La coprolalia è un tic complesso che comporta l'uso involontario di parole e frasi oscene o volgari, inappropriate, dispregiative o socialmente inaccettabili per il contesto.

Pur avendo vissuto una carriera da skateboarder di relativo successo, sponsorizzato da brand come Circa e Osiris, la vita di John è stata tutt'altro che semplice: nel 2011, mentre stava ancora facendo i conti con un grave infortunio che l'anno prima l'aveva costretto a fermarsi, sua sorella decise di togliersi la vita. Questo evento scosse in profondità il già fragile John: dopotutto, nel corso della sua vita non erano mancati episodi di depressione che l'avevano portato ad avere pensieri suicidi, e la perdita di una figura che l'aveva aiutato in più di un'occasione rischiò di farlo precipitare in un vero e proprio baratro. Eppure, quando fra il 2016 e il 2017 gli venne ufficialmente diagnosticata una forma di depressione, John decise di fondare "Why So Sad?", un progetto volto a sensibilizzare la popolazione su tematiche complesse e delicate come la salute mentale e la prevenzione al suicidio: a giocare un ruolo fondamentale in questo progetto, inoltre, è stato ed è tuttora lo sport, nello specifico il ciclismo e lo skateboarding, visto da John e dal suo team come un aspetto fondamentale nella salute mentale.

Il nostro John Rattray (foto da nikesb.com)

Un punto su cui vorrei soffermarmi, prima di procedere con la review vera e propria, è il nome di questo progetto, "Why So Sad?": la sottile ironia che attraversa questa domanda-slogan è incredibilmente pungente e quasi innocente nella sua brutale semplicità. Mi spiego meglio: "perché sei così triste?" è la classica domanda che rivolgeremmo ad una persona che effettivamente non vediamo proprio felice, ed è una frase così semplicistica che pare sminuire il problema dell'altro. Eppure, la questione che si è posto John è proprio "Cosa succederebbe se prendessimo sul serio questa domanda? Dove ci porterebbe questo viaggio?". Insomma, ci sono tutte le basi per soffermarsi su questo tema, ma una review non è il luogo adatto: per questo motivo, se volete approfondire la questione lascio tutti i link in fondo al pezzo. E vi posso dire che meritano un po' di tempo della vostra vita.

Il deludente box (di nuovooo!!!)

Torniamo alla recensione: ecco, qua sicuramente penserete "di nuovo sto box, che rottura di coglioni".
E non avete tutti i torti, perché sono un po' fissato su questo dettaglio, che però credo essere moooolto importante quando si parla di scarpe il cui senso trascende le scarpe stesse. In questo caso, quantomeno avrei voluto vedere un box arcobaleno, come riportato sul sito ufficiale della divisione SB: e invece no, mamma Nike ha deciso di mettere uno schifo di box viola, di quelli in cui ci vanno Janoski e simili (con tutto il rispetto per questo sneakers, che ho e apprezzo pure io): l'unico particolare che le distingue è un QR code che rimanda alla sezione Why So Sad del sito nikesb.com.

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Che poi, ve le immaginate queste Why So Sad in bel box personalizzato, unico, con magari qualche gadget che tanto ci avrebbe gasato? Non mi pare tanto chiedere na stampa su un pezzo di cartone, ma a quanto pare dalla parti di Beaverton la fantasia è un po' un tabù, almeno da quando le SB sono diventata perle per porci. E questo non può che dispiacermi, considerando che sono un piccolo 2003 che ha scoperto lo sneakergame solo all'apice della sua fama commerciale.

Materiali, estetica e costruzione

Bene, ora si apre il secondo capitolo dolente di queste sneakers che ho atteso come pochissime altre: la qualità dei materiali utilizzati. Premettendo subito che non le ho ancora usate, e quindi non so come potrebbero comportarsi, devo ammettere a mio grandissimo malincuore che la pelle è quantomai deludente, e lo è sia quella più chiara che quella più scura: l'unica a salvarsi, pare, è quella rossa usata per il backtab (che paradossalmente poteva anche essere la peggiore, trovandosi in una zona che non viene mai sollecitata durante la camminata; ma vabbé, chiaramente non sono io l'ingegnere del piede che deve dare ordini a Nike).

Cerco di spiegarmi meglio, perché ad ora non ho spiegato chiaramente cosa mi ha deluso di questa pelle: ecco, proprio tutto, tranne forse l'aspetto. Viste sul tavolo, o in scarpiera, bisogna ammettere che sono proprio fighe, con una palette decisamente suggestiva e dei dettagli, come le cuciture a contrasto o il logo della collab sull'heel, che non possono non saltare subito all'occhio. Quando le ho prese in mano, però, è caduto un po' tutto il castello di carte che mi ero inconsciamente costruito: improvvisamente mi so ritrovato fra le mani una scarpa mediocre, che sulla toebox sembra fatta di cartone e che presenta un suede (quello blu scuro) di bassa qualità, nemmeno lontanamente paragonabile a quello "pelosissimo" delle Dunk Green Apple. Forse ho un po' esagerato, ma è per far capire la mia enorme delusione, perché detto in modo molto sincero ci sono rimasto di merda e tutto l'hype che mi ero creato è sceso.

Riguardandole n'attimo e dopo il set fotografico meraviglioso che ho effettuato nella mia stanzetta universitaria, posso dire di aver leggermente interiorizzato la qualità mediocre di queste Nike SB Dunk Low "Why So Sad?", ma comunque ho un po' di paura di usarle, perché non so veramente come si potrebbe comportare quel tipo di materiale cartonato presente sulla toebox. Non voglio immaginare, poi, se prendessi un po' di pioggia cosa potrebbe succedere: sicuramente le manderei da Aboywhofix, cosa che consiglio a tutti 🙂

Senza soffermarci ulteriormente su questo aspetto dolentissimo, passiamo a vedere i dettagli che invece hanno confermato le mie altissime aspettative: come primo cito il logo di The Predatory Bird presente sull'heel, che mi ricorda e non poco le mitologiche Pidgeon, e poi non posso andare avanti senza citare il punto di domanda presente sul backtab e sulle stringhe dei lacci, altro dettaglio che mi fa impazzire. Il logo di The Predatory Bird lo ritroviamo poi anche stampato sulla soletta destra, mentre lo slogan della collab, "Why So Sad?", può essere ammirato sulla soletta sinistra e sulla parte interna della tongue. Infine, per concludere questa meravigliosa carellata di piccole gioie, ci metto anche lo swoosh che con il tempo dovrebbe diventare giallognolo, a simboleggiare un raggio di luce capace di squarciare la tristezza di chi soffre di depressione.

Reparto comodità

Pur non avendole ancora usate nel vero senso del termine, sono abbastanza sicuro che non cambierà chissà cosa rispetto alle Green Apple e rispetto a tutte le SB rilasciate negli ultimi anni: per non fare copia e incolla del paragrafo scritto nell'altra review, cosa che non ci piace su Eyes, vi posso dire che essendo una scarpa progettata parecchio tempo fa non è proprio il massimo della comodità ma non è nemmeno scomoda. Anzi, le SB sono anche relativamente comode rispetto alle Dunk normali, potendo contare su un'unità Zoom Air sul tallone e su un'imbottitura decisamente più efficacia sulla collar e sulla tongue.

In questo specifico caso, però, l'unica mia preoccupazione è che quel maledetto toebox abbia un break-in non proprio agevole: per chi non avesse dimestichezza con il lessico specifico dello sneakergame, il break-in è il tempo di cui una scarpa ha bisogno per adattarsi al piede e passare dall'essere bella da vedere all'essere comoda da usare. Ecco, in questo caso quel cazzo di cartone potrebbe aver bisogno di un bel po' di tempo.

Sizing

Anche qui, poco da dire di nuovo: le SB Dunk difficilmente cambiano misure (non sono Yeezy Slide, dopotutto) e quindi il mio consiglio è quello di andare true to size se volete un fit ben aderente al piede, dato che la tongue cicciottella e il collar imbottito rubano un po' di spazio rispetto alle Dunk normali, mentre optate per una mezza size up nel caso voleste un fit un po' meno costrittivo e più comodo.

Prezzo e resell

Predictions, guys, predictions. Dopo essermela tirata per il mio inglese eccelso, posso dire che nel caso di SB così particolari e uniche è relativamente semplice fare previsioni: quasi sicuramente saliranno nel medio termine (dai 3 ai 6 mesi), e certamente nel lungo termine diventeranno una SB molto desiderata. Ora, dato che so che siete dei resellers accaniti e volete i numeri precisi, provo a darveli: se ora si vendono sui 170-180 euro, entro tre mesi potrebbero salire di 50-60 euro, mentre fra un anno potremmo vederle tranquillamente sui 300 euro o giù di lì. Insomma, il margine per un bell'hold c'è, se siete dei reseller. Se invece siete dei collezionisti o comunque delle persone che adorano il messaggio lanciato da queste Nike SB Dunk "Why So Sad?", prendetele ora: a meno non andranno sicuramente, per cui forzate la mano con qualche privato e pijatevele.

Perché comprarle anche se non sono il massimo?

Perché so belle tragiche. Perché comunicano un messaggio che trascende la moda. Perché sono la dimostrazione dell'impegno sociale intrapreso dalla SB-community. Per tutta una serie di altri motivi che non elencherò qui e che comunque troverete voi. Perché è questo il bello delle sneakers con un significato: che questo significato è talmente universale che non è uno solo, ma sono tanti, e compongono un puzzle in costante espansione. Con questa frase poetica, non posso che lasciarvi e augurarvi i migliori cop per questo fine novembre di fuoco!

Sitografia che merita

Why So Sad? - un'introduzione generale

John Rattray - la storia

The Predatory Bird - il blog

1 thought on “Recensione: Nike SB Dunk Low Why So Sad?

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