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Proposte da un ragazzo in una doppia trattativa, questo pezzo iconico mi è passato tra le mani per 3/4 giorni, e ho pensato che fosse impossibile non cogliere la possibilità di scriverci 2 parole sopra e di cominciare la mia esperienza nel mondo delle recensioni all’interno di Eyes.
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La storia.
Nel modello più iconico del mondo delle sneakers, questa è sicuramente anche una delle colorway più iconiche della storia di Jordan, sia come impatto visivo a livello cromatico, che soprattutto a livello storico.

La prima storia molto affascinante di questa Jordan è che nasce in Italia, nello specifico a Trieste, dove MJ decise durante una partita di rifiutarsi di giocare coi colori della Juve Caserta (squadra ospitante), a favore invece dei colori sociali della Stefanel Trieste, in un mix di colori sgargianti comprensivi dell’arancio, del nero e del bianco.

L’aspetto forse più iconico delle Shattered fu proprio che in quella partita Michael oltre a umiliare qualsiasi avversario provasse a fermarlo, fece una cosa che rimase nella storia del basket: attaccò il ferro staccando poco dopo la lunetta dei liberi per una schiacciata Tomahawk ai danni del giocatore spagnolo Tato Lopez che infranse il tabellone in vetro i migliaia di pezzi, costringendo gli arbitri ad interrompere la partita per ripulire il parquet.
Quello shock mischiato alla paura e all’ammirazione di avere di fronte un ragazzo di 22 anni che sarebbe diventato il giocatore di basket più forte della storia, hanno reso il modello Shattered Backboard una delle J1 più preziose e più ambite dai collezionisti.
Questa nello specifico è la prima revisione, datata 2016, di 3 modelli in tutto realizzati:
OG del 2015
Reverse del 2016
E la Satin del 2019 (mio primo cop resellato tra l’altro)
Il box
Facendo prima una premessa, ovvero che mi sono arrivate OG all in condizioni 9.5/10, non vi potrò parlare di come la scarpa si presenta DS, ma ci andiamo molto molto vicino.

Partendo con la vera e propria recensione, il primo aspetto da analizzare è il classic box nero con swoosh rosso presente nella maggior parte delle J1 High, che già solo al tatto si può notare una qualità superiore a livello di “cartone” e di resistenza delle pareti rispetto ai box che arrivano al giorno d’oggi.
Anche se mi è arrivato leggermente danneggiato a causa del primo possessore che le aveva, facendo un rapido confronto col box delle Chicago, si nota facilmente una qualità del tutto differente, come d’altronde in tutte le altre caratteristiche della scarpa, che affronterò a breve.
Design e Materiali
La prima cosa che si nota è indubbiamente la qualità della pelle, super morbida al tatto e bella “burrosa” come si è soliti dire.

Presenta materiali top sia nella pelle della toe box che in tutta quella arancione. Anche la linguetta è di una morbidezza incredibile rispetto alle uscite di adesso, come si noterà dalle foto del confronto che ho fatto con le Lost & Found.
Avendole a disposizione entrambe, infatti, la pelle non ha eguali, le Chicago hanno una pelle che descrivere come imbarazzante sarebbe un complimento, ma quella la analizzerò meglio nella loro recensione specifica. In generale si nota un'attenzione ai dettagli e alla cura dei materiali che da un po’ di tempo a questa parte Nike non sta più effettuando, a conferma di ciò si possono notare le condizioni generali della scarpa nonostante siano passati quasi 7 anni.

L’unica pecca che potrei trovare a questa icona, è il fatto che presenti solamente gli extra lacci bianchi come accessori aggiuntivi, magari un ciondolo o un laccio arancione avrebbero avuto il loro perché.
Curiosità
Qualcuno di più studiato o nerd del settore, riconoscerà sicuramente questo modello da un’importante realtà italiana con la quale abbiamo anche avuto il piacere di collaborare: sto parlando dei ragazzi di Dropout.
Per un errore di fabbrica, infatti, loro presentano in negozio una Jordan 1 High Shattered Backboard 2.0, ma con lo swoosh inspiegabilmente rovesciato a testa in giù. Questo particolare controverso l’ha resa probabilmente una delle 3 scarpe più famose al mondo, sia per la rarità del pezzo, e sia per il prezzo valutato da Dropout, che al momento (dicembre 2022) è stimato oltre i 100mila euro.

Conclusioni e Resell
Come scritto sopra, posso ritenermi fortunato (sia da appassionato che da reseller) ad aver avuto in mano un’icona del genere tra le mani.
Per quanto riguarda il resell, come quasi tutte le J1, al tempo di uscita la scarpa non destò particolare hype in quanto questo mercato era ancora piccolo, quindi ci fu un rialzo abbastanza modesto.
Come per tutti i beni limitati e da collezione, nel corso degli anni, e con lo svilupparsi del mercato, il prezzo è andato in forte crescita, stabilendosi adesso su prezzi che sfiorano le 4 cifre.
Questo risultato è dato principalmente dall’anno d’uscita e dalla storicità che possiede.
Oggi trovarle DSWT è abbastanza difficile, ma per chi sogna di volerle in collezione consiglio vivamente di cercare dei modelli leggermente used come quello che ho trovato io, che fanno sgonfiare notevolmente il prezzo e magari si riesce a portarle a casa senza vendere un rene.
Inoltre sto terminando le ricerche assieme all’Università di Parma, dove dicono che se si leggono gli articoli di Eyesonsneakers e si segue la pagina Insta con relativi like ai post, si copperanno per certo le J1 Low Travis Scott "Olive".