Air Jordan 2, welcome back! (L'editoriale di un eyesoni)

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Scritto da Benedetto Lissoni

Qual è la cosa più affascinante di una sneaker? La sua storia.

Michael Jordan

Il 2022 è stato un anno pazzesco per tutti gli amanti delle sneakers, sono uscite scarpe incredibili, collaborazioni assurde, uscite deludenti e colpi di scena.

Una sneaker però è stata costantemente rilanciata con progetti spesso passati in secondo piano ma estremamente interessanti per gli amanti del genere: stiamo parlando della Air Jordan 2, una delle scarpe più controverse di sempre.

O le ami o le odi.

Le jordan 2 sono impregnate di storia, misteri, desiderio, paure, speranze e riscatto.
Eh già... perché dopo la strepitosa stagione da esordiente 1984/85 in cui Michael con ai piedi le leggendarie Air Jordan 1 viene nominato rookie of the year, nella pre-season 1985/86 subisce un grave infortunio al piede sinistro che gli farà saltare gran parte della stagione. E' proprio da questo infortunio che Bruce Lilgore (creatore delle Air Force 1) e Peter Moore iniziarono a progettare e assemblare una scarpa che avesse più tecnologia ammortizzante e più protezione per l'atleta dei Bulls. Nel finale di stagione Michael sperimentò diversi prototipi e evoluzioni della Jordan 1 riuscendo a trascinare i Chicago Bulls ai play-off grazie a 16 vittorie nelle ultime 18 partite della regular season. 

Jordan 1 speciali

Al rientro dall’infortunio MJ utilizzò questo modello di Jordan 1 che presentava sulla caviglia esterna una personalizzazione della fibbia in nylon pesante e alluminio, realizzata per fornire un ulteriore grado di supporto al delicato piede sinistro del giocatore (e un equilibrio ponderato a destra). La maggior parte del supporto appare all'interno, dove un cinturino in pelle e velcro si bloccava saldamente a ciascuna caviglia.

Jordan 1 con suola DUnk

Una delle modifiche più iconiche fu la jordan 1 con suola Dunk (leggermente più larga di pianta) utilizzata nella leggendaria gara 2 dei play-off al Boston Garden contro una delle franchigie più forti e vincenti di sempre. 

A rendere immortale quella serata non furono ovviamente solo le scarpe, bensì il record di 63 punti ancora imbattuto in una partita di play-off da Michael e le parole a fine match di Larry Bird “I think he’s god disguised as Michael Jordan”.

Jordan vs Bird
Penso fosse Dio travestito da Michael Jordan!

Nota. Per chi venisse da un altro pianeta Larry Bird insieme a Earving Magic Johnson erano i giocatori più rappresentativi dell’epoca, coloro che contribuirono, negli anni 80, con il loro gioco e la loro rivalità a salvare l’NBA e a fare appassionare milioni e milioni di tifosi e sponsor da tutto il mondo apparecchiando di fatto la tavola all’era MJ.

La strada dunque era segnata, serviva una scarpa tecnologicamente più ammortizzante, più prestazionale e più protettiva (Nike fin dai primi esordi nel running puntò molto su tecnologia e prestazione rispetto ai suoi competitor).
Ma c’è una novità: si vuole creare un prodotto unico, una scarpa premium, qualcosa che vada oltre lo sport, qualcosa che venga utilizzata anche fuori da un campo da basket, una sneaker elegante che possa completare vari tipi di outfit sia sportivi, che casual e anche formali.

L'idea è innalzare una scarpa da basket dalle elevate prestazioni e comfort a vera e propria icona di stile.

Nike era già avanti anni luce. Forse al giorno d’oggi può sembrare normale e stiloso indossare una sneaker con giacca e cravatta ma ricordiamoci che siamo nel 1986 e in quegli anni chi rappresentava l’eccellenza della moda in tutto il mondo? Esatto, l'Italia 🇮🇹.

Jordan 2 Made in italy
Brividi per quel "Made in Italy"

La Jordan 2 fu una sneaker Made in Italy, prodotta principalmente in veneto nel distretto calzaturiero di Montebelluna con vera pelle italiana, processi di produzione e costruzione annessi. Un pezzo di Italia in un pezzo di storia in un pezzo di sport in un pezzo di moda. 

Curiosità o leggenda metropolitana: si dice che in iIalia, non si sa con esattezza, ma vennero persi, rubati o distrutti i calchi e le forme originali utilizzate per l’assemblaggio delle Jordan 2 rendendone di fatto impossibile la riproduzione. Nel 1994 Nike dovette infatti smontare delle paia originali, ricavando così dei nuovi cartamodelli per produrre nuove forme per la produzione della prima Jordan 2 Retro.

Nike, comunque sia, corse un grande rischio, in quanto puntare su un prodotto premium di altissima qualità, tecnologia e stile fece raddoppiare i costi di produzione delle jordan 2 rispetto alla media delle altre scarpe di quel tempo, partorendo una scarpa che costava al pubblico 105$ (al giorno d'oggi, sarebbero circa 285$). 
Il risultato finale fu però impressionante, Nike cambiò le carte in tavola e centrò come al solito l’obiettivo conquistando l’amore e l’interesse di intenditori di scarpe e i giocatori di basket: la scarpa era prestazionale, sfacciata, sexy e anche elegante. 

Le Jordan 2 non uscirono all’inizio della stagione e Michael ebbe tutto il tempo di far impazzire tutti i suoi fan con prestazioni aliene creando un hype impressionante, finché a ridosso del periodo natalizio andarono letteralmente a ruba dagli scaffali degli store nonostante il prezzo dell’epoca. Vennero realizzate soltanto due colorazioni (white-red-black chiamata anche chicago e white-red), entrambe in versione Hi e Low.

Jordan 2 1986 High
Le due varianti High.

Nike fu molto audace e innovatrice nelle sue scelte e lanciò nel 1986 la prima scarpa nike senza swoosh, ovvero 10 anni prima che Air Jordan diventasse un marchio a parte.

Jordan 2 Low
La riconoscete?

La Jordan 2 colorazione Chicago esordì nella stagione 1986/87, la stagione della conferma di Jordan che dopo la prima strepitosa annata si riscattò dalla sfortunata precedente per via di quell’infortunio alla caviglia. 
Se qualcuno nutriva ancora dei dubbi nei confronti del giovane proveniente da NCU, la stagione 1986/87 non solo li spazzò via, ma confermò la grandezza di questo giocatore. Fu proprio in questa stagione che Michael con ai piedi le sue Jordan 2 costruì la sua leggenda.
Michael ereditò il basket da Doctor J, Larry Bird e Magic Jonhnson, lo elevò facendolo prima entrare nella cultura popolare per lanciarlo poi letteralmente nello spazio dove nessuno pensava potesse arrivare. 

Il suo gioco e le sue schiacciate facevano impazzire tutti. le sue giocate andavano oltre i tifosi dei Bulls e catturavano milioni e milioni di tifosi in tutto il mondo facendo appassionare e avvicinare al basket anche chi non aveva mai visto una partita.

A rendere immortale le Jordan 2 fu la regolar season, promuovendolo a miglior marcatore della lega con una media di 37,1 punti a partita (la sua migliore di sempre) diventando l’unico dai tempi di Chamberlain a superare i 3000 punti in una sola stagione (3041 per la precisione).

Per farvi rendere l’idea, la classifica punti all-time della regolar season è la seguente

StagioneGiocatoreAltezzaRuoloPartitePunti TotaliPunti a Partita
1961/62Wilt Chamberlain2,16Centro80402950,4
1962/63Wilt Chamberlain2,16Centro80358644,8
1986/87Michael Jordan1,98Guardia82304137,1

A questi numeri dobbiamo aggiungere altri record personali come:
segnare almeno 40 punti in nove partite consecutive;
il 26 febbraio fece registrare 58 punti contro i Nets;
il 4 marzo messe a segno 61 punti contro Detroit e
il 16 aprile altri 61 punti contro gli Hawks.
Numeri impressionanti, a dir poco.
Fu inserito sia nel primo quintetto ideale nba (all nba team) che in quello dei migliori difensori.

La stagione 1986/87 fece esplodere definitivamente il mito di Michael Jordan.

E mentre Michael demoliva record su record, i giovani da tutto il mondo prendevano d’assalto i negozi per accaparrarsi un paio di scarpe che non solo ti facevano "volare" in un campo da basket, ma che influenzavano in modo significativo la moda e le tendenze pop di quel tempo. Ormai le sue scarpe non erano solo semplici calzature, ma qualcosa di più, di unico, un simbolo. I ragazzi utilizzavano termini come “ho comprato le Jordan” oppure “quelle sono Jordan” come se non fossero scarpe ma un estensione del giocatore stesso. 

A rendere immortale le jordan 2 non furono solo le statistiche della stagione 1986/87.

All-star game 1987 – Dunk contest

A febbraio nel 1987 Jordan entrò indelebilmente nella storia dell’NBA e nei cuori di milioni di tifosi vincendo la sua prima gara di schiacciate staccando con le sue 2 per la prima volta dalla lunetta diventando di fatto così uno dei marchi più importanti in tutto il mondo. 

Michael Jordan nelle J2

La stagione 1986/87 purtroppo finì ai play-off ancora per mano dei Celtics che persero in finale contro i Lakers.

...Eh già, il decennio degli anni 80 è stato caratterizzato da Celtics contro Lakers: avevano le franchigie più forti e continue della lega, e soprattutto avevano Bird e Magic. Magic fu un giocatore rivoluzionario per l’epoca così come lo fu Jordan negli anni successivi.

Ma perché nominare Magic? Perché a volte la vita ci mette di fronte a delle sliding doors.
Le storie di Earvin e Michael sono per certi versi parallele, a volte corrono fianco a fianco, a volte si incrociano e a volte si allontanano inesorabilmente.

What If...?

Dobbiamo fare qualche passo indietro.

Nel draft 1979 la prima scelta viene contesa con il lancio della monetina tra Bulls e Lakers che per volere del neo presidente Jerry Buss acquisirono il diritto alla prima scelta assoluta dopo un accordo con i New Orleans Jazz.

La prima scelta era naturalmente Earvin, ma la sua destinazione dipendeva dall’esito della monetina.

Che cosa sarebbe successo se Magic nel 1979 al posto di sbarcare a LA fosse sbarcato a Chicago? Cosa ne sarebbe stato di Michael? se Michael fosse sbarcato nella terra degli angeli forse avrebbe vinto fin dal primo anno? Ma senza Magic sarebbe mai esistito lo showtime?

Un’altra notizia incredibile è emersa anni e anni dopo. Magic in un’intervista avrebbe ammesso che Phil Knight (cofondatore e presidente di Nike) aveva provato a metterlo sotto contratto, con un’offerta di 1$, promettendogli una linea di scarpe personalizzata brandizzata Magic e 100.000$ in azioni nike che ai tempi quotavano a 0,18$. Fatevi i conti da soli (...ad oggi sarebbe miliardario).

Ma se Earvin avesse firmato, il marchio Air Jordan sarebbe esistito? La forza di Nike rispetto ai competitor è sempre stata nel marketing, quindi probabilmente oggi indosseremmo delle Magic e non delle Jordan...o magari entrambe. 
Nike in fatto di calzature sportive era l’ultima arrivata e la meno appetibile per gli atleti che preferivano marchi come Converse o Adidas (lo stesso Michael non si nascose mai dal dichiarare una netta preferenza per le tre strisce, in uno di quelli che può essere definito il più grande What If di sempre della storia del basket). 

Nike per farsi strada nel mercato del basket aveva bisogno come tutti i competitor di un testimonial ma non avendo budget esagerati, preferì puntare solo su un singolo atleta. Se quell’atleta fosse stato Magic, Nike avrebbe avuto la forza poi di far firmare anche MJ..? (questa cosa al solo pensiero manda fuori di testa).

Piedi per terra e canestri alzati.

Michael, Magic e gli altri del Circus hanno dato vita a sfide incredibili e spettacolari, intrecciando le loro strade moltissime volte fino alla stagione 1990/91 dove i Chicago Bulls raggiunsero per la prima volta la finale proprio contro i Lakers, e posero la pietra tombale allo showtime gialloviola e di fatto alla carriera di Magic (che nella stagione successiva fu costretto a ritirarsi, ma questa è un’altra storia).

La sfida Chicago - Lakers ha ispirato anche l’artista Nina Chanel Abney, nata ad Harvey, iIllinois (mezzora da Chicago).

Chicago Bulls vs Los Angeles lakers


Nina è un'artista e pittrice contemporanea afro-americana che esplora la razza, il genere, la cultura pop, l'omofobia e la politica nel suo lavoro.
Ebbene, Nina ha realizzato una linea di Jordan 2 a conferma di cosa hanno rappresentato queste scarpe e Michael Jordan a livello sportivo, sociale, culturale e artistico.
Le versioni realizzate sono state 2, rispettando e valorizzando la storia di queste scarpe, impreziosendole di un box e una tag rappresentando Michael al tiro accerchiato dalle leggende NBA Kareem Abdul Jabbar e Byron Scott (se mai doveste incontrare Nina per strada chiedetele perché non ha rappresentato anche Magic che era li a fianco)

Jordan 2 Nina Abney

La Fine. L'inizio.

Air Jordan 2 resterà per sempre una scarpa immortale, non per il suo colore, non per i suoi materiali, non per il suo coMfort, ma per tutto quello che ha rappresentato nello sport, nella cultura pop, nella moda e per la comunità.

A conferma dell’importanza delle 2 di seguito possiamo ammirare delle Jordan 2 in collaborazione con Eminem, quelle di Carmelo Anthony colorazione Denver Nuggets e infine quelle di bill murray in Space Jam (peccato non le indossò in Ghostbuster 2)

Il 30 dicembre 2022 nike ha festeggiato il 35° anniversario di AIR JORDAN 2 chiudendo l’anno con una Retro OG Chicago realizzata secondo le specifiche del modello originale, riproponendo tutti i dettagli iconici, come la finta pelle di lucertola, l'assenza dello Swoosh e i loghi nike Air e Wings originali. purtroppo non sarà pelle italiana e vedrete al suo interno una scritta made in Vietnam.

Ma sarà comunque un pezzettino di storia, e la storia è la parte più affascinante di una sneaker.

Air Jordan 2 - o le ami o le odi, ma se le odi, forse ti manca un pezzettino di cuore.

Commento di eyesonsneakers.

La Jordan 2 è rimasta nell'ombra per molto tempo. Un design sicuramente portatore di dibattiti, un numero, il 2, costretto tra i mostri sacri 1 e 3 e l'apprezzamento di altre silhouette in maniera più naturale, hanno sempre reso la seconda variante di Peter Moore una nicchia.

Nel 2021 prima ma soprattutto nel 2022, Nike ha provato a rendere la J2 una sneaker attuale, una variante nell'universo quasi collassato della 1 (a causa di scelte scriteriate specialmente in tema color blocking) e quello ancora florido della 4.
Purtroppo, sembra che questo tentativo non sia completamente riuscito: le collaborazioni che avrebbero dovuto rilanciare il design avevano già dato qualche crepa con le 2 di Virgil Abloh (con la sola bianca ad avere una parvenza di Hype, e con la sua successiva morte che ha purtroppo portato ad una speculazione esagerata) ma hanno appiattito completamente l'elettrocardiogramma dopo le uscite di Union (colori apprezzabili ma scarpa immettibile e causa di vesciche a detta di molti), AMM (flop clamoroso specie riconoscendo nelle altre un'opera più produttiva) e Maison Chateau Rouge (se pensiamo alla 1, questa...beh, concludete voi).

Nike aveva deciso di rispolverare il meglio del suo arsenale collab per lanciare una sneaker che però, forse, non è destinata ad un grande pubblico: possono esserci tante motivazioni che portano un cliente a non acquistare un determinato prodotto anche se questo è migliore del precedente o in assoluto, ed è evidente che la 2 abbia un po' fatto la fine della 5 (almeno in Italia). Nonostante tutti i tentativi di rianimazione, per la 2 non c'è stato niente da fare, ma resterà per sempre nei cuori dei veri appassionati...
Noi ci godremo almeno la versione OG Retro che Nike ci ha regalato a fine 2022, gli altri possono pensare alla prossima J4.

Gli eyesoni che leggeranno questo articolo non avranno un bidone dell'umido al posto del cuore, e questo sarà importante nel 2023 per riuscire a coppare le scarpe che hanno una Storia con la S maiuscola. EASY AS THAT.

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