Fra gli anni '80 e '90 del secolo scorso, la moda street era l'elemento più rappresentativo di chi si voleva distinguere dalla "massa impomatata" che vestiva Louis Vuitton e Prada: a dominare la scena erano sneakers, pantaloni comodi e felpe larghe, colori spesso stravaganti. Negli ultimi anni, però, quasi tutti i brand di lusso si sono accorti dell'enorme influenza della street culture, tanto che molti hanno deciso di creare collezioni interamente dedicate allo streetwear: la label newyorkese Bode ha deciso di fare lo stesso, unendo la sua filosofia rievocativa a quella "di strada" di Nike.
Chi è Emily Adams Bode
Un nome, Bode, che alla maggior parte dei non addetti ai lavori dice poco o nulla: dopotutto, la label newyorkese è stata fondata solamente nel 2016, dalla nemmeno trentenne designer-filosofa Emily Adams Bode. Da quel momento, però, ne ha fatta di strada: Emily è stata la prima stilista donna a sfilare alla NYFW: Men's, nel 2019 è stata finalista al LVMH Prize, nel 2020 ha vinto il Karl Lagerfeld Award for Innovation e negli ultimi due anni ha vinto per due volte consecutive il prestigiosissimo premio CFDA Menswear Designer of the Year, arrivando davanti a "giganti" del calibro di Jerry Lorenzo e Mike Amiri. In altre parole, la Next Big Thing del mondo della moda.

Bode, fra il profumo di casa e la ricerca antiquaria
Cosa ha portato Bode, però, ad essere così largamente apprezzata come signature? Principalmente, la combinazione di due aspetti: da una parte, la rievocazione del passato in chiave quasi curatoriale, come è stata precisamente definita da Kettj Talon su NSS; dall'altra, la ricerca e l'utilizzo di materiali capaci di raccontare una storia casalinga, quasi familiare. Per questo, nelle collezioni di Bode vengono ampiamente usate trapunte "da nonna" e lane di vario tipo, rese ancora più "caserecce" da dettagli particolarmente grossolani e colori accesi: ciononostante, troviamo anche capi con tonalità meno eclettiche, tendenti al beige e al marrone, quasi a ricordare un ambiente contadino e assolutamente informale. Tutto questo senza mai scadere nella follia creativa "alla Balenciaga" o nella monotona riproposizione "alla Gucci".

Bode e Nike, il lusso che si fa (di nuovo) street
Sempre fedele al suo passato e alla sua visione, Emily Adams Bode ha creato un brand talmente coerente e diverso da tutti gli altri da essersi creata una nicchia unica ed estremamente futuribile. Una nicchia che Nike, da colosso industriale interessato ad ampliare il più possibile la sua influenza, ha subito voluto cogliere, assicurandosi una collaborazione con Bode per l'inverno 2023. In altre parole, l'ennesima joint venture fra un gigante dello streetwear e un brand di lusso.
Eppure, questa volta il potenziale per rompere i rigidi schemi della moda è veramente enorme: la ricerca filologica di Bode e la fortissima coerenza d'intenti di Emily, infatti, potrebbe finalmente "spezzare" quella pesante e noiosa tendenza che ha portato a fallire praticamente tutti i crossover street-to-luxury. Basta pensare ad Adidas con Prada e Gucci, o a Nike con Jacquemus e Comme des Garçons: tutte collaborazioni che non hanno portato ad un eco mediatica degna nota, sia a causa della scarsissima carica innovativa sia per un price point completamente fuori misura. Bode x Nike, invece, potrebbe cambiare le carte in tavola, proponendo una commistione di design e idee assolutamente inedita.

Non a caso, per quanto né la label newyorkese né il colosso di Beaverton abbiano risposto alle richieste di Complex Sneakers, la collab potrebbe riportare in vita le Astro Grabber, una sneaker uscita negli anni 70 e mai riproposta da Nike. La sua silhouette rudimentale, infatti, si presta alla perfezione ad una rielaborazione nostalgica, con Bode che potrebbe davvero rendere questa scarpa una delle più interessanti del 2023. Ad accompagnare questa sneaker sarà anche una capsule collection, di cui, per ora, non è stato ancora svelato alcun capo: nonostante ciò, l'hype per la collab fra Bode e Nike è già alle stelle.
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