Girovagare per l'Italia ci permette di conoscere molte realtà diverse che fanno parte dell'universo sneakers e streetwear.
Dopo Aikas (intervista + recensione qui), torniamo a proporvi l'argomento arte classica che incontra ciò che viviamo ogni giorno, ovvero un mondo pieno di marchi e brand.
Al Kickit di Firenze lo stand di Unclassic spiccava per originalità: inizialmente straniva, perché da lontano, alla prima occhiata, sembravano quadri fuori tempo massimo, ma poi incuriosiva perché si notava, in ogni opera, qualcosa di estraneo e alla fine colpiva, integrando armonicamente il vecchio ed il nuovo.
Interessati a capire di più, abbiamo intervistato Alberto, che ci ha raccontato approfonditamente come nasce UNCLASSIC, quali obiettivi si prefigge e quelli che sono i prossimi obiettivi

Vi ricordiamo che UNCLASSIC sarà presente in esposizione da BLAKSHOP in corso di Porta Ticinese 103, a Milano, dal 20 al 23 Aprile per la Design Week.
Ciao Alberto, raccontami un po' di te: chi sei e cosa fai nella vita?
R: Ciao Fabrizio, ho 22 anni e vivo a Verona; sin da bambino ho sempre disegnato e crescendo ho portato avanti questa passione scoprendo altri modi per esprimermi, come la grafica o i graffiti. Alle superiori con mio fratello ho iniziato a stampare magliette e felpe, che con il tempo sono diventate un brand che ha riscosso un discreto successo sopratutto qui a Verona. Finite le superiori ho studiato grafica ed oggi lavoro ancora nel mondo dell’abbigliamento, curando i merchandising di scuole superiori in tutt’Italia. Non ho però mai frenato la mia parte più artistica e per questo a inizio 2022 è nato Unclassic, di cui tra poco parleremo.

Ci siamo incontrati al Kickit a Firenze, qual è la vostra offerta e cosa credete possa fare per voi una fiera come kickit (oltre ovviamente alle vendite)?
R: Partendo dalla seconda domanda la risposta è proprio quest’intervista, Kickit per l’Italia è il punto d’incontro di tutti gli appassionati di street culture e soprattutto addetti ai lavori in questo settore. Durante ogni edizione conosciamo persone diverse, come nel tuo caso a Firenze, che arricchiscono il nostro percorso. (vi giuro che non l'abbiamo pagato per dire questo, nda.)
Rispondendo invece alla prima domanda, durante le fiere proponiamo principalmente le nostre stampe su tela, veri e propri quadri raffiguranti opere antiche rivisitate da noi in chiave urban. Onestamente la cosa più sorprendente degli eventi fisici per noi è il riscontro che riceviamo, spesso non facile da raggiungere online avendo quadri di grandi dimensioni che devono essere apprezzati sullo schermo di un telefono.
Quanti siete in Unclassic, e come si sviluppa il vostro lavoro?
R: In Unclassic siamo in due, io ed Enrico, la parte più logistica e commerciale del progetto. Io curo invece tutta la parte artistica, ma senza qualcuno che sappia proporre cioè che realizziamo sarebbe molto difficile.
Il nostro lavoro parte sempre dalle opere, dalla loro ideazione e successiva realizzazione. Dopo entra in gioco tutta la parte di distribuzione e vendita, sia online che offline. Online abbiamo un e-commerce da cui è possibile acquistare le nostre tele e parallelamente organizziamo e partecipiamo a diversi eventi in tutt’Italia. Collaboriamo spesso anche con negozi di abbigliamento, arredando gli stessi con i nostri quadri.


C'è una commistione di arte "classica" e moderna, in riferimento principalmente alle sneakers. Come nascono i vostri lavori? E cosa vi ispira?
R: L’idea alla base del progetto è quella di recuperare opere dal passato per rivisitarle e renderle contemporanee. Di fatto un’unione di tutto cioè che mi è sempre interessato: l’arte e lo streetwear. Ci sono poi elementi ricorrenti come i tatuaggi e i graffiti, anch’essi simbolo della nostra epoca. Da questo quindi nascono le nostre opere, partendo dallo studio e dalla ricerca iconografica dei dipinti antichi per arrivare poi all’effettiva rivisitazione. L’ispirazione nasce principalmente da due situazioni differenti: la prima parte dall’opera in sé, ovvero guardando il dipinto su cui stiamo lavorando pensiamo a ciò che potrebbe rappresentare oggi. Un esempio è il “Giuramento degli Orazi” di Jacques-Louis David dove al posto delle spade donate ai figli abbiamo ricreato una situazione di resell al di fuori di uno store Supreme, per questo il quadro prende il nome “Sell Out”.
La seconda situazione invece è l’opposto, abbiamo un messaggio che vogliamo comunicare e ricerchiamo il quadro più adatto per esprimerlo. Qui l’esempio è sicuramente “Money”, uno dei nostri quadri più venduti, dove vi è una Madonna che nelle mani giunte in preghiera tiene dei soldi, facendo un chiaro riferimento al “Dio denaro”. In questo caso, abbiamo ricercato il quadro più adatto per rappresentare questo messaggio.

Come fai ad avere l'ispirazione per "modificare" quadri di centinaia di anni fa, oltre ad una vasta conoscenza immagino ci voglia anche pensiero laterale e out of the box; cioè, non posso immaginare che tu abbia semplicemente pensato di sostituire spade con articoli hype. Hai un modo di lavorare preciso o sei più creativo?
R: Alcuni nascono da sé, altri vanno studiati, aggiustati e cambiati varie volte. Ci sono lavori che ho completato in un pomeriggio, altri che mi hanno richiesto diversi giorni e altri ancora che ho fermi in cantiere da più di un’anno. Sono anche convinto che il tempo impiegato non corrisponda al valore di ciò che si fa, e al contrario, ciò che ti riesce al primo colpo, di getto, spesso porta i risultati migliori. Credo valga lo stesso per la musica. Quando esce dalla pancia e non dalla mente arriva prima anche allo spettatore.
Ho visto il progetto del David che suppongo fosse stampato in 3D, anche qui, volete raccontarci qualcosa in più?
R: Il David è stato un esperimento fatto per la nostra prima espiazione a Verona lo scorso anno. Volevamo proporre qualcosa che non fosse solo su tela, e da qui l’idea: creare una statua anch’essa rivisitata ma realizzata con uno strumento moderno, la stampa 3D. Quindi il contrasto non è solo visivo, ma anche nella stessa realizzazione, usando la grafica digitale su dipinti del Settecento e stampando in 3D capolavori di marmo dello scorso millennio. Abbiamo quindi scelto il David perché la sua posa originaria ci ha subito ispirato: il braccio sinistro posto sulla spalla a sorreggere uno zaino di Glovo e la mano destra che tiene un sacchetto del McDonald’s. Per questo quindi il nome “DAVIDER”, l’unione di David e Rider. Proprio per il Kickit di Firenze ne abbiamo realizzata un’edizione limitata viola in 5 unità, che abbiamo venduto ancor prima che la fiera iniziasse tramite i nostri canali social. Onestamente è stato un successo che non ci aspettavamo.

C'è in previsione di ampliare il progetto in stampa 3D o per ora è un unicum vista anche l'edizione limitata?
R: Stiamo lavorando molto con la stampa 3D seppur quello che ne creiamo appunto è in edizione limitata. Questo però non è un limite, anzi, è un trampolino di lancio per poter proporre non solo stampe su tela ma anche opere d’arte numerate ed uniche per un pubblico nuovo. Le statue stampate in 3D senza quadri non avrebbero lo stesso valore, e viceversa, quindi l’obbiettivo è portare avanti questi due progetti parallelamente.


Che direzione sta prendendo Unclassic e quali sono i progetti per il 2023?
R: La direzione di Unclassic oggi è sicuramente quella di arrivare a più persone possibili, proponendo loro dei quadri con prezzi accessibili e parallelamente realizzare opere a tiratura limitata per un pubblico più vicino al collezionismo. In questo 2023 abbiamo in cantiere nuove opere ma sopratutto diversi eventi: abbiamo iniziato con Mantova e Firenze, questo mese saremo a Milano, a maggio torniamo a Verona per poi chiudere l’anno in qualche altra città italiana che al momento non possiamo comunicare, ma a cui stiamo lavorando.
Quale ritieni sia la parte più eccitante del vostro lavoro e la sfida più grande che vi siete posti di qui a 3 anni?
R: La parte più eccitante sicuramente sono le mostre, le esposizioni e in generale gli eventi. Seppur anche le più faticose, le soddisfazioni che ci regalano situazioni di questo tipo sono impagabili.
La sfida più grande da qui a 3 anni? Onestamente non saprei, confesso che ci piace ragionare molto sul presente perché ci permette di essere più liberi, ma qualche sogno nel cassetto è ovvio che lo abbiamo.
Hai un periodo artistico preferito e quindi un museo che magari hai visitato e ti ha fatto tipo "colpo di fulmine"? Insomma, com'è nato Unclassic?
R: Fin da bambino ho sempre visitato musei con la mia famiglia, sopratutto di arte classica, meno di arte contemporanea. Non ricordo esattamente un colpo di fulmine ma ricordo da bambino con discreta lucidità la mia meraviglia di fronte ai quadri di Caravaggio nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma, che nel tempo mi hanno sempre ispirato. Dopo aver comprato il mio primo iPad volevo provare la penna e come prima cosa ho preso un quadro di Caravaggio e mi sono messo a disegnargli i tatuaggi. Quella prova è ancora il mio sfondo dell’iPad e in qualche maniera Unclassic nasce, diversi anni dopo, anche da lì.


Quindi ad Aprile sarete a Milano con un evento?
R: Si, dal 20 al 23 Aprile saremo a Milano presso gli spazi di Blakshop per una esposizione. Abbiamo scelto questo periodo in concomitanza con il Fuorisalone e la Milan Design Week, due rassegne importanti sul design.
Lo spazio inoltre è anch’esso ideale per un progetto come il nostro, essendo nel Basement di Blakshop in Corso Ticinese 103, cuore pulsante dello streetwear a Milano. Venerdì 21 inoltre terremo l’opening party, dove oltre al dj set vi sarà Pepsi e Drinkello a supportare l’iniziativa. Il progetto artistico è curato da noi insieme ai ragazzi di Newd, realtà milanese attiva nel panorama artistico. Dal 20 al 23 Aprile saranno quindi esposti i nostri quadri, il DAVIDER di cui abbiamo parlato e una nuova statua sempre stampa in 3D, ma per ora non vogliamo dire di più, vi aspettiamo per scoprirla direttamente all’evento.
Quale è la tua sneaker preferita?
R: Allora questa è la classica domanda a cui non puoi dare una risposta secca, un po’ come scegliere tra mamma e papa. Direi, guardando la mia piccola collezione, che le Air Jordan 1 Low sono le mie preferite per vestibilità e versatilità. Quando ancora le producevano ero un ossessionato delle Air Max 1 Ultra Essential, una edizione più “leggera” della Air Max 1.
Off topic finale: quale è la tua canzone preferita?
R: Impossibile sceglierne una, te ne do tre: Vendetta di Marracash, Potere / Il sorpasso di Luchè e Stavo pensando a te di Fibra.
Su Unclassic.net potete trovare tutte le loro opere con relative misure e prezzi.
E' interessante che ci sia un pensiero "out of the box" rispetto ad opere del passato, che vengono in qualche modo arricchite grazie all'ingegno e alla voglia di dar loro un taglio personale e contemporaneo.
Innegabile che, appena avremo uno spazio eyeson, arrederemo i muri con un paio di opere di Alberto. Nello specifico, io io avevo pensato a queste due ⬇️


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