Kanye non lavora con Adidas da fine ottobre, ma le conseguenze di una delle più importanti rotture della storia dello sneakergame non accennano a fermarsi: il 28 aprile scorso, infatti, un gruppo di investitori ha presentato una class action contro la multinazionale tedesca, sostenendo che i vertici dell'azienda fosse a conoscenza da tempo dei comportamenti limite del rapper statunitense.
Per quanto non si possa essere certi della colpevolezza di Adidas, la motivazione della causa sembra piuttosto verosimile: dopotutto, già nel 2018 erano trapelate alcune informazioni su una discussione interna al management aziendale, che aveva valutato la possibilità di sospendere qualsiasi tipo di collaborazione con Ye. I motivi, all'epoca, erano principalmente due: da una parte, l'ambiente di lavoro creato dal rapper sarebbe stato descritto come tossico da buona parte dei suoi collaboratori, tanto da spingere alcuni dipendenti ad affermare che i vertici di Adidas avevano "spento la loro bussola morale"; dall'altra, la crescente instabilità mentale ed emotiva di Kanye avrebbe rappresentato un problema potenzialmente enorme sul lungo termine (e così è stato).

Alla fine, però, Adidas decise di non agire, continuando a collaborare con Kanye e incrementando costantemente i propri ricavi. Questo fino allo scorso ottobre, quando il "White-Lives-Matter-Gate" e alcune dichiarazioni apertamente antisemite avevano "costretto" il marchio dalle three stripes a concludere ogni accordo stretto con Kanye. Da quel momento, però, le cose non sono andate meglio: fra fine gennaio e inizio febbraio, il titolo di Adidas ha perso quasi il 15% del suo valore, l'inventario è stato rivalutato ed è stata stimata una possibile perdita operativa di 700 milioni di euro. A inizio marzo, poi, il CEO Bjorn Gulden ha discusso con gli investitori tutte le possibili soluzioni per smaltire l'inventario di prodotti a marchio Yeezy. E ora è arrivata l'ennesima "mazzata", con questa class action depositata presso un tribunale federale in Oregon.
Con essa, un gruppo di investitori ha richiesto ad Adidas un ingente risarcimento per non aver garantito sufficiente trasparenza riguardo alla situazione Kanye: allo stesso modo, il colosso tedesco è stato accusato di non aver preso una posizione chiara già negli scorsi anni, dimostrando una certa indifferenza morale nei confronti di molti commenti razzisti o antisemiti del rapper statunitense. In altre parole, Kanye rimane ancora un enorme problema per Adidas, che nei prossimi mesi dovrà cercare non solo di ripulire completamente la sua immagine, ma anche di limitare al massimo un danno economico che si preannuncia decisamente importante.
Nota a margine: per quanto l'articolo sia interamente elaborato e approfondito da Federico di EyesOnMagazine, ci tengo a precisare che l'input mi è arrivato da un articolo de "il Post". Voglio sottolinearlo perché ammiro moltissimo il lavoro della redazione di questo giornale online, che reputo uno degli ultimi baluardi di un'informazione libera, accessibile e soprattutto spiegata bene.
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