Una chiacchierata con Blakshop, fra streetwear e community

Blakshop

A un mese di distanza dall'evento dalla UNCLASSIC Milan Exposition, eccoci tornati con uno dei protagonisti di quell'evento: Blakshop, noto e-commerce di streetwear che a giugno del 2020 ha anche deciso di aprire un flagship store a Milano, in Corso Porta Ticinese. Oggi, a parlare per questa solida realtà del panorama italiano, è Simone Soriello, retail manager di Blakshop e, prima di tutto, grande appassionato di streetwear. Senza perderci in ulteriori chiacchiere, "immergiamoci" in questa intervista e conosciamo insieme il mondo Blakshop.

PS: come nelle altre interviste pubblicate sul sito, D sta per "domanda" (quindi parla Fede), R per "risposta" (quindi parla Simo).

D: Eccoci qua Simo. Per cominciare al meglio questa intervista, ti chiedo la solita cosa: presentati brevemente ai nostri lettori, raccontando loro chi sei, cosa fai, perché sto parlando proprio con te e, insomma, quello che ritieni sia giusto che i nostri lettori sappiano.

R: Ciao Fede, è un vero piacere per me! Ho 24 anni, vengo da Verona e due anni fa ho terminato il mio percorso di studi laureandomi in Economics and Management alla Bocconi. Sono da sempre un grande appassionato di moda, come tutta la mia famiglia, e ora ricopro il ruolo di retail manager dell’ecommerce Blakshop, e del suo flagship a Milano.

D: Perfetto. Quindi, facendo un super riassunto, tu sei lo store manager del flagship di Blak e ti occupi anche dell'ecommerce. Direi che abbiamo abbastanza materiali per addentrarci bene nelle questioni più "pratiche": come, dove, quando e perché nasce Blakshop?

R: Blakshop nasce a Verona nel 2013 come progetto retail di Blue Distribution. Inizialmente non prevedeva punti vendita fisici, ma dopo qualche anno di crescita abbiamo colto al volo l’opportunità di aprire il nostro flagship a Milano.

D: E cos'è Blue Distribution? Che ruolo gioca nella scena street italiana?

R: Blue Distribution viene fondata nel 1997, muovendo i primi passi nella distribuzione di scarpe, fino a diventare una realtà consolidata che riunisce tutta la mia famiglia sotto un progetto comune. Siamo distributori esclusivi di oltre 20 brand in tutta Italia, e dal 2014 anche in Grecia. In termini più semplici, ci occupiamo di selezionare brand da portare sul mercato e gestiamo la distribuzione su tutto il territorio.

D: Di che esclusive parliamo? Puoi farci qualche nome?

R: Certo, anche se sono davvero tanti! Partiamo dai big come Obey, Huf, Herschel, Stance fino ad arrivare a marchi meno affermati, ma dal grande potenziale, come Brixton o Dark Seas. Nel mezzo ci sono anche nuovi progetti, come CAT WWR, il marchio workwear di Caterpillar, produttori di macchinari e attrezzi da lavoro.

D: Capito, ora torniamo a Blakshop. Detto in modo molto sincero, io vi conosco dal "lontano" 2018, quando acquistai sul vostro sito un paio di Emerica Low Vulc (scarpa a cui sono visceralmente legato): all'epoca, però, vi si conosceva pochissimo, ed io rimasi un po' interdetto. Nel senso, la scelta era enorme, i prezzi competitivi, il servizio clienti di alto livello, ma quasi nessuno mi aveva mai parlato di Blakshop. Mi sapresti spiegare perché? Agli inizi, avete deciso come azienda di puntare poco sull'ecommerce?

R: Ci sono diversi fattori da prendere in considerazione per rispondere a questa domanda. Innanzitutto i primi anni per gli e-commerce sono sempre difficili, è un mercato molto competitivo, dove è molto difficile distinguersi dalla massa. In secondo luogo credo che ci fosse poca affinità tra Blue e Blak: Blue aveva già avuto una catena di negozi fisici, ma era la prima volta che si inseriva nel mondo degli e-commerce, quindi ci è voluto un po’ di adattamento. Con il passare del tempo Blakshop dimostrava sempre più potenziale, di conseguenza anche le risorse aumentavano. Infine, la pandemia ci ha dato la spinta finale che ci serviva. Durante quel periodo abbiamo registrato una crescita notevole, che poi siamo riusciti a consolidare e mantenere, anche quando il mercato e-commerce ha cominciato a rallentare. Ne abbiamo approfittato anche per aprire il nostro negozio, a Giugno 2020, subito dopo la fine del lockdown.

davinci

D: Quindi con la pandemia prima e con il flagship poi siete cresciuti. Un po' la "strada" che hanno seguito anche altre realtà nel mondo dell'abbigliamento, anche se voi l'avete percorsa con molta calma, andando decisamente contro la "velocità" del mondo in cui viviamo. Ed è super interessante questo aspetto. Ma quindi, spostandoci sul flagship, come è nata l'idea di aprire uno store fisico a Milano, in Porta Ticinese, quella che può essere definita la via dello streetwear?

R: Anche se sembrerà poco “romantico”, lo store di Blak era già di Blue Distribution e avevamo un monomarca di uno dei nostri brand. Però l’idea di aprire un negozio fisico di Blak era già nell’aria da qualche tempo, e si è concretizzata dopo la pandemia. L’input però non è stato solo la volontà di crescere e di espanderci, ma anche di creare un luogo dove Blakshop potesse essere vissuto. Nasce dalla volontà di entrare in contatto diretto con i nostri clienti, e di creare una community che possa identificarsi in Blakshop.

D: Capito. In altre parole, volevate tanto avere un punto di riferimento fisico quanto creare una community: spiega meglio questo ultimo punto, di cui abbiamo già discusso a quattr'occhi durante la mia "gita" a Milano.

R: Certo, anche perché penso sia uno degli aspetti più divertenti del mondo di Blak. Come anticipato prima, il flagship nasce proprio con l’obiettivo di creare un luogo che potesse essere vissuto da noi e dai nostri clienti. Con questa finalità nel 2021 comincia la nostra collaborazione con NEWD., una casa di produzione artistica con sede a Milano, operante nei campi di musica, moda e cinema. Nell’ultimo anno e mezzo con loro abbiamo portato da Blak una grande varietà di situazioni, da mostre fotografiche a progetti musicali. In poche parole, attraverso il basement presente all’interno del negozio, ci piace dare la possibilità di esprimersi a svariate figure, della comunità locale e non

D: Diciamo che i vari eventi che avete fatto nel basement si inseriscono proprio in questa idea: creare un organismo attorno al negozio, in modo da non essere solamente uno dei tanti store asettici presenti in zona. Qualcosa che ti rende davvero onore Simo, almeno ai miei occhi, sicuramente giovani ma molto legati all'ideale di comunità. In ogni caso, non perdiamoci nel romanticismo: spiegami un po' che idee avete per il futuro del flagship e per quello di Blakshop. Non so, magari altri marchi da portare, marchi che pensate di rafforzare, altri negozi da aprire…libero di dirmi quello che preferisci.

R: Le idee per il futuro sono chiare: consolidare quello che abbiamo fatto fino ad ora e crescere in modo organico. Abbiamo da poco inserito due marchi molto importanti, cioè YETI e CAT WWR. Il primo è un marchio outdoor, molto famoso negli USA e sbarcato recentemente in Europa. Si guadagnerà sicuramente un ruolo di rilevanza assoluta sul mercato nei prossimi anni. Il secondo l’ho già citato prima ed è l’ultimo arrivato, è un marchio workwear creato da chi il workwear lo conosce davvero, e nei prossimi anni si sentirà molto parlare di loro.

Riguardo il flagship l’obiettivo è sempre di espandere la nostra community, facendoci conoscere da chi ancora non ha avuto l’opportunità di farlo. Inoltre, dopo l’estate, abbiamo già degli eventi molto importanti in programma, ma al momento non posso dire altro. Per finire, quest’anno Blakshop festeggia i suoi primi 10 anni e ci stiamo preparando ai festeggiamenti, ma di questo magari ne riparliamo…

D: Perfetto Simo, direi che abbiamo parlato abbastanza: ora sei libero 🙂

Oltre agli scherzi, ti ringrazio moltissimo per la tua grandissima disponibilità e professionalità, oltre che per la gentilezza e la simpatia con cui sono stato accolto in store. E' stata davvero un'esperienza di alto livello, e non posso che essere felice di aver conosciuto meglio te e la realtà Blakshop. Big up!

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