Storia nota a quelli che ci seguono da un po': fra il 21 e il 22 aprile di quest'anno, ho avuto la fortuna di partecipare all'UNCLASSIC Exposition, svoltasi a Milano negli spazi del nostro partner Blakshop, in Corsa Porta Ticinese 103. A quell'evento, oltre a conoscere i ragazzi di UNCLASSIC, Blakshop e Wowrug, ho avuto la fortuna di incontrare Amos Vespero, direttore creativo di Newd, una realtà artistica che mi ha affascinato sin da subito.
Non a caso, io e Amos abbiamo chiacchierato per ore di arte, di filosofia, di sociologia, di marketing. In altre parole, nel basement di Blakshop abbiamo creato un salottino culturale di livello non indifferente. E potevo non portare un piccolissimo scorcio di questa meravigliosa realtà su Eyes? No, non potevo non farlo. Eccovi quindi serviti.
D: A più di un mese dal nostro incontro, eccomi finalmente qua Amos. Prima di partire con l'intervista vera e propria, mi farebbe molto piacere che ti presentassi ai nostri lettori, anche perché sei la prima persona che esula quasi completamente dal mondo della moda e si inserisce in una più ampia cornice culturale. Per questo, libero di dirmi quello che preferisci: chi sei, cosa fai, perché lo fai. Allo stesso modo, ti chiedo anche di introdure Newd ai nostri lettori: quali sono i suoi obbiettivi, cosa si propone di fare, come vuole rivoluzionare l'approccio alla cultura pop?
Ciao, mi chiamo Amos Vespero e sono il creative director della realtà Newd. Il mio lavoro nasce dalla volontà di creare un luogo di produzione artistica e non che esuli o evolva le attuali logiche di mercato.
Il contesto di per sé si concretizza in produzioni legate prettamente alla cura di immagine nei differenti ambiti dell’espressione artistica (eventi, mostre, live, gestione immagine).

Per quanto riguarda i motivi personali che smuovono la mia ambizione, la volontà mia e dei miei collaboratori è far sì che Newd non rappresenti solo un’alternativa a realtà esistenti, bensì un vero e proprio luogo sociale con annessa corrente di pensiero. Ciò che sicuramente contraddistingue le nostre creazioni è la mancanza totale di compromessi su cosa viene espresso.
Fattori personali e caratteriali fanno sì che io sia il legante tra la totale libertà di espressione e creazione artistica e reale fattibilità. Questo significa gestire la direzione creativa e quindi il ruolo pragmatico all’interno della realtà Newd. Mi trovo a intrattenere la mia quotidianità in ricerca di possibilità, creazione di rapporti commerciali e ampliamento della struttura produttiva di Newd.
All’interno del nostro team, composto ormai quasi da una cinquantina di persone, si ramificano le più disparate finalità artistiche: grafici, fotografi, musicisti subentrano uno ai progetti dell’altro, coadiuvando idee e mezzi produttivi.
Per quanto riguarda l’inizio del mio percorso, dopo essermi laureato in NABA in laurea breve di Media design e arti multimediali, sono subentrato al contesto Newd. Agli inizi della mia carriera mi sono occupato in modo più diretto nell’ambito di regia video, avviando poi molti dei rapporti lavorativi ancora oggi in corso tramite questa dinamica. Arrivati ad un punto di crescita e di professionalità tale da richiedere la ricerca di un punto stabile su cui potessero fare affidamento tutti all’interno della realtà, è stata poi selezionata la mia figura.
Inizialmente, quando mi è stato chiesto di occuparmi del coordinamento della realtà, quelli che all’epoca pensavo fossero i miei obiettivi erano ancora figli di una mentalità personale differente da quella odierna. All’epoca la richiesta dei miei collaboratori di prendere le redini su un progetto così importante per me e per loro è stato il definitivo int per evolvere la mia figura in una direzione più trasversale e non unicamente legata all’ambito video.
D: Tutto chiarissimo Amos. Quindi, condensando questo progetto in pochissime parole, si può dire che Newd si pone come una casa di produzione capace di valorizzare prima di tutto il lato umano del talento, "lanciandolo", una volta pronto, nel mercato.
L’arte non è un mezzo che passa solo dal successo dell’artista, ma attraverso tantissime persone e non tutte hanno necessariamente interesse a buttarsi sul mercato, ma piuttosto a contribuire alla creazione e nel riconoscersi in una corrente di pensiero. Motivo per cui il pubblico che rappresenta Newd all’interno delle occasioni di esposizione mediatica tende ad autoselezionarsi attraverso nessun criterio di appartenenza a sesso o ideale politico, ma nella volontà di essere parte di una creatività collettiva il cui fine è quello di far crescere personalmente e umanamente pubblico e contesto produttivo.
D: Rimanendo su Newd: come siete arrivati a Blakshop? E, di conseguenza, come si lega il mondo dello streetwear alla vostra ricerca creativa?
Il nostro rapporto con Blakshop nasce nel novembre 2021, poiché un membro del team era già in contatto con l’organizzazione e ha voluto presentarci nella possibilità di una collaborazione. Per noi, realtà agli esordi con strutturati mezzi organizzativi, ma pur sempre con la visibilità ridotta di un contesto emergente, trovare un luogo con quel tipo di posizionamento strategico che abbiamo potuto da subito chiamare casa, è stato indubbiamente un presupposto molto importante per la nostra crescita.
Con Simone, che già hai avuto il piacere di intervistare, stiamo programmando per il prossimo futuro diversi progetti ed iniziative legati al mondo della brand awareness presentando, secondo una differente logica commerciale, l’identità del marchio rappresentato. Per esempio ID-entity, progetto realizzato lo scorso anno con Vec Samoano (premio Città alla Biennale di Barcellona), che invito a ricercare, rappresenta perfettamente in immagini quello che è un cambio di prospettiva nella realizzazione di progetti d’arte finalizzati alla vendita di un prodotto.
Ovviamente abbiamo concretizzato e/o partecipato anche a diversi lavori convenzionali, in quanto servizio di produzione, ma ricerchiamo un’accurata selezione dei progetti da realizzare tramite gli occhi della realtà.
Uno degli obiettivi fondanti della collaborazione risiede appunto nella creazione di un tessuto culturale che si sposi con la filosofia open-minded dei marchi presenti all’interno del negozio.
D: Capito. Prima di spostarmi su di te, concludo l'interrogatorio su Newd: ci sono alcuni progetti in cui credete particolarmente? Quali sono i piani per il futuro?
Nel corso dell’ultimo anno abbiamo avuto modo, tramite progetti originali della realtà Newd, di fare esperienza e conoscere diversi luoghi di espressione (Fabbrica del Vapore, Apollo, Vik, Lume). L’obiettivo è far sì che un certo tipo di risultato diventi la base fondante per l’anno prossimo portando Newd e i suoi ragazzi a obiettivi e possibilità per ora solamente sfiorati. Crediamo molto nel fatto che la maggior crescita possibile arrivi tramite il rinforzo positivo. Di conseguenza, dovendo Newd rappresentare questo intento, si agisce in modo che il contesto di riferimento sia di continuo sprone nelle ambizioni della realtà stessa e contemporaneamente rappresenti una spinta anche per le ambizioni dei singoli.
D: Ora mi sposto su di te. Qual è la tua più grande passione, e come questa ti ha portato a Newd e a quello che fai?
La mia più grande passione da ragazzo era il basket. Nonostante non fossi particolarmente alto, dimostravo buone qualità e per un periodo la mia convinzione era quella di voler giocare da professionista al livello massimo che sarei stato in grado di raggiungere. Dopo diversi gravi infortuni giocoforza mi sono trovato a rivalutare i miei piani e il motivo della mia ambizione. Una volta non più in campo ho saputo apprezzare e capire meglio, oltre al gioco, quali erano i fattori culturali che mi attiravano così tanto di quell’universo: dal legame strettissimo con la musica, all’onnipresente cura del design e dell’immagine.
Ciò che rappresenta questa passione nella mia vita ha significato dover sviluppare la maturità e la presa di coscienza che a volte bisogna cambiare i propri piani per arrivare agli obiettivi scelti, cosa che per me si esprimeva nel rappresentare quel tipo di cultura di unione e cura in ciò che si fa.
D: Un tuo obiettivo per il futuro, Newd o non Newd-related.
Prossimo obiettivo è far sì che Newd, dopo essersi inserito all’interno del mercato milanese, si espanda come realtà fino a diventare una community con una propria identità e un ampio respiro internazionale. Personalmente parlando, credo che il valorizzare questo procedimento porti di conseguenza anche a soddisfare quelle ambizioni personali che possono esulare dal mio lavoro.
D: Dato che non parliamo solo del bello, ma anche del reale: un tuo fallimento che, magari, ha avuto anche ripercussioni su Newd.
Personalmente ho reputato un fallimento il periodo antecedente alla creazione di Newd. Un ambiente ostico e la conclusione di un rapporto molto importante della mia vita hanno fatto sì che Newd abbia avuto un ruolo inizialmente da ancora di salvezza, per poi tramutarsi in uno strumento di scalata personale e collettiva.

Perciò se mi chiedi in che modo hanno influito questi fallimenti, lo hanno fatto nella logica in cui, se c’è la volontà di salvarsi, Newd. possa essere inizialmente una mano a cui aggrapparsi per poi divenire una spinta verso i tuoi sogni.
D: Il tuo più grande rimorso, anche in questo Newd o non Newd-related.
Il mio rimorso più grande è quello di aver preso completamente in mano le redini delle mie possibilità solo nel corso dell’ultimo biennio. Il fatto di non vivere il rimorso come giustificazione personale per la propria insoddisfazione lo vedo come motore per alimentare la crescita personale. D’altra parte, credo anche che senza il percorso che mi ha portato ad essere la persona che sono, oggi non farei altrettanto bene ciò che faccio proprio perché mi mancherebbe questa spinta.
D: Dato che siamo comunque le sneakers rimangono il cuore pulsante del nostro magazine, qual è la tua sneakers preferita? Dimmi sia quella che hai sia quella che ti piacerebbe avere. Chiaramente, l'unica risposta sbagliata è "Dunk Panda".
Ahahaha non ti preoccupare, non sono di mio gusto. Ho sempre indossato scarpe piuttosto zarre nascendo comunque in un quartiere dal tessuto culturale popolare (95, Vapormax, Evo ecc.). Questo per quanto riguarda la scarpa di tutti i giorni. Per quanto riguarda le sneakers ho sempre avuto la passione per i design unici e la scarpa che possiedo con più affetto è un modello limitato delle Glove Nike, scarpa creata sulla base delle caratteristiche e dello stile di gioco di Gary Payton. Un giorno mi piacerebbe acquistare un paio di Air Max Penny 1.

D: Perfetto Amos, siamo giunti al termine di questa intervista. Sei sopravvissuto ancora alla mia dialettica, complimenti!
In un'intervista sola, la prima che esula quasi completamente dal mondo delle sneakers e dello streetwear, avete conosciuto Newd, un progetto culturale che vuole andare contro la corrente del mercato artistico moderno. Sperando siate riusciti a cogliere la profondità di Amos, vi lascio alla vostra giornata, che difficilmente sarà migliore dei 15 minuti che avete investito per Newd 🙂
Eyes sta crescendo, e speriamo di fare un po' di strada insieme!
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1 thought on “L'arte come incondizionata espressione del singolo: l'approccio controcorrente di Newd (intervista ad Amos Vespero)”