SneakerStory: Air Jordan 4.

Jordan 4

Lo ammetto per primo: ci siamo persi la wave Jordan 4 (forse).

Non l'avevamo vista tanto arrivare, con un 2020 praticamente in sordina e qualche uscita che è rimasta sullo scaffale. Poi, il 2021-22 è stato un biennio esplosivo: come la 1, qualsiasi 4, perfino la Zen Master o la Black Canvas, è andata sold out facendo impennare sia il resell, sia l'interesse del grande pubblico (fondamentalmente i ragazzini).

Se per qualsiasi motivo stavate aspettando questa storia, scusate.
In tutti gli altri casi, never mind.

davinci

1989 - Un anno ricco

Se aveste acceso la radio nel 1989, avreste potuto ascoltare VIVA LA MAMMA di Edoardo Bennato, sentire della caduta del muro di Berlino - dietro casa - oppure degli eventi di Piazza Tienanmen in un posto ancora oscuro come la Cina.

Cominciava un'epoca che i nuovi boomer come me rivivono con nostalgia, ma che per tanti versi ha cambiato il modo di vivere dei giovani: il 1989 è l'anno del Game boy, la prima vera console portatile ad avere una portata internazionale, ad uscire dalla nicchia del gamer brufoloso e occhialuto. E' anche l'anno dell'arrivo di Raditz sulla Terra, un preludio al primo vero scontro "tra razze" in Dragonball Z: il fratello dai capelli lunghi non riesce a battere Goku solo grazie alla strategia del protagonista insieme al quasi completamente redento Junior, che grazie al sacrificio del nostro riesce a salvare il pianeta...almeno fino all'arrivo del Principe dei Sayan. Il resto è storia.

Raditz Dragonball
così scoprimmo da dove arrivava Goku

Dunk Contest e nuovi orizzonti

Dopo aver salvato Nike dal fallimento di quella che è oggi la più grande azienda sportiva che l'essere umano abbia mai conosciuto, Tinker Hatfield e il suo team pensavano a come perfezionare una calzatura già perfetta.

La scarpa perfetta: Air Jordan 3

La Jordan 3, oltre a far apporre la firma di MJ al nuovo contratto con Nike, era infatti davvero una grande scarpa: mid-cut, più leggera, ma anche più piena e resistente, si era distinta sia per la rimozione dello swoosh sia per l'Air Unit a vista. Hatfield aveva dovuto combattere già con le Air Max 1 ma, dopo aver trovato una quadra, era effettivamente diventata la scarpa da avere a tutti i costi.

Ma come si migliora una scarpa già stravolta e che, forse per caso, era già ad un ottimo livello?

Modificando i punti dolenti.

Tinker Hatfield ne aveva notati fondamentalmente due:

Air Jordan 4 sketch by tinker Hatfield
  • il primo, scritto nell'immagine sopra in EXTRA BOLD, è la TRASPIRABILITÀ
  • il secondo, per permettere di indossare la scarpa a chiunque, è l'allacciatura.

Traspirabilità

Non si può negare: la Jordan 3, specie con i materiali plasticosi che si usano oggi, è una scarpa che lo Yeti potrebbe usare tra i monti del Tibet in pieno inverno mentre va al supermercato perché gli manca la maionese a casa. È una scarpa bella, bellissima, proprio perché i suoi pannelli non sono "rovinati" da buchi o strane trame, ma tutto questo va a discapito della respirazione del piede. È un peccato: la migliore scarpe di tutti i tempi meritava qualcosina di più.

Allacciatura

Non scopro l'acqua calda se dico che ognuno di noi ha piedi diversi: non sono diversi solo tra me e te, ma lo sono anche i miei stessi.

E allora come ti prepari al PRIMO, vero, lancio globale nella storia di Air Jordan (primo record di questa scarpe con l'uomo che vola)? Permettendo a tutti di allacciare 'ste scarpe per stare al sicuro mentre si gioca.

jordan 4 SB
Dal 2023, con le J4 non si gioca solo più a basket...ma si va pure sullo skate!

Gli occhielli subito sopra la toebox e quelli sulle nuove alette dinamiche della J4 davano a Jordan, e a tutti gli appassionati che allora potevano permettersi una scarpa da 100$ (sarebbero 258$ ad oggi, quindi si può dire che Nike ci abbia fatto un favore con l'inflazione...) infinite possibilità di allacciatura, rendendo questo modello una scarpa potenzialmente "per tutti".

I colori originali

Alcuni li abbiamo visti uscire in edizioni che solo i-veri-appassionati hanno avuto il coraggio di acquistare nel 2019-2020, un'altra la stiamo invece aspettando ma non dovrebbe mancare molto.

Quando Jordan vide una delle 4 colorazioni scelte, probabilmente pensò di essere stato ceduto - che ne so - ai Philadelphia 76ers.

White Cement, come la 3 , Fire Red (come la 3), Bred e... Military Blue.
Immagino l'eloquente faccia del cestista USA quando vide quel colore cozzare con la canotta col toro, decidendo che no, quella non l'avrebbe mai messa.
Seh, non troverete mai Michael Jordan in una foto con le 4 Military Blue ai piedi. Credo anche questo sia un record.

Quanto è importante il consenso di un campione

Jordan non era un giocatore qualunque, lo sappiamo oggi ma lo sapeva anche lui allora, in qualche modo. E voleva decidere sulle proprie scarpe, non aspettare che qualcuno gli mettesse sopra il logo come le superstar viziate di oggi.

Tinker Hatfield lo sapeva, per questo lavorava a stretto contatto con lui e i suoi feedback erano prezioni, cercava di accontentare Michael ma anche di lavorare ad una scarpa che potesse essere venduta ad un più ampio pubblico

La stima verso il giovane architetto era illimitata, senza compromessi, ed è per questo che oggi siamo qui a parlare di alcune meraviglie non da poco.

Anche nel caso dei materiali, Jordan deve in qualche modo aver approvato l'utilizzo del durabuck (detta semplicemente - pelle artificiale) al posto della pelle: Jordan sarà stato convinto dalla leggerezza del nuovo composto, o magari dalla sua durevolezza in partita.

Insomma, un cambio non da poco che porterà alla nascita delle Pand...ah no scusate, mi dissocio.

Abilità cestistiche e attoriali di pari passo per la gloria eterna

Michael Jordan al titolo ci sarebbe arrivato, ma non era ancora pronto. Stava creando la sua legacy, grazie ad un allenatore, Doug Collins, che lo aveva fatto crescere come giocatore ma sopratutto come persona, dandogli al momento giusto le chiavi della squadra.

Nel 1989, Michael realizza "The Shot", il tiro: durante gara 5 di playoff contro Cleveland Jordan prende palla a 3 secondi dalla fine, con una finta polverizza il difensore dei Cavs e decide la gara fino a quel momento appannaggio della squadra oro e bordeaux, esplodendo in un'esultanza che - se non la ricordate - forse è meglio fermarci qui (no scherzo, vi lascio il video sotto)

Maledetta YouTube, guardatelo lì e poi tornate di corsa.

Il primo buzzer beater di Jordan porta alla ribalta anche la Bred ai piedi, che potete ben distinguere perché completamente nera rispetto al resto dei giocatori in campo.

E dopo un altro anno con cifre stratosferiche, essendo ormai diventato una icona del basket, del mondo afro, e anche un po' del business, mancava davvero solo una cosa per portare la 4 nell'Olimpo delle calzature sportive.

Spike Lee aveva già lavorato con Jordan per gli spot delle Jordan 3, promo che però parlavano praticamente solo delle abilità cestistiche dell'atleta con la vena scanzonata del nativo di New York.
Ma non aveva mai indossato una sneaker così riconoscibile in un film: Do the right thing, all'epoca un cult tra i giovani americani, inquadrava anche le Jordan in un mondo nuovo e dinamico, che si distaccava dall'ingessatura di quello adulto e portava freschezza e stile.

Grazie al film di Spike, così, la Jordan 4 travalicò anche i confini del parquet e portò la sneaker sportiva al livello successivo. Quello che stiamo vivendo anche noi.

Chicche finali

Sapevate che la Jordan 4 è stata la prima del brand ad essere realizzata in collaborazione? Undefeated, nel 2005, realizzò una scarpa che, ad oggi, si può definire pionieristica.

Per qualche strano motivo, le J4 sono una scarpa che si vede frequentemente sui campi da golf. Pur conoscendo l'amore di Jordan verso questo sport (che praticava anche quando giocava a basket), non riusciamo a capire come una suola in plastica e quattro tacchetti possano rendere questa una scarpa adatta per giocare sul prato.

Non si sa come sia possibile, ma il cemento armato usato per costruire le nostre case è comunque più comodo di una qualsiasi J4 - esclusa la variante SB.


Siamo alla fine di questa story, raccontata in maniera un po' diversa rispetto alle altre ma comunque con il solito piglio eyesonico.

La Jordan 4 in questi anni ci ha fatti divertire, scoprire nuovi materiali e iterazioni, smadonnare per non riuscire a comprarne neanche un modello ma insomma fa parte della storia recente dello snekaergame.
Adesso è una scarpa che sta anch'essa soffrendo il calo fisiologico di tutto il game, ma ci aspettiamo che dopo così tanta attenzione qualcosa sia rimasto e che la 4 sia e sarà per sempre ai piedi dei grandi appassionati di streetwear.

Eyes sta crescendo, e speriamo di fare un po' di strada insieme!
Iscriviti al nostro gruppo Telegram per trovare nuovi amici appassionati di sneakers e urban culture, e lasciaci un follow su Instagram se ti piace ciò che facciamo! Tanti nuovi contenuti sono in arrivo!

La newsletter di Eyes cambia volto: a scriverla, innanzitutto, è Fede. In più, ha un bel titolo: "Streetwear, ma spiegato bene". Di cosa parlerà? Di streetwear, ovviamente. Ma lo farà con un piglio critico, a tratti filosofico, a tratti inutile, ma sempre tremendamente curioso e vivace. Se vuoi divertirti, quindi, ti basta cliccare il tasto in basso!

Puoi disdire quando vuoi dentro l'email!

Dicci cosa ne pensi!

%d