In questa storia, raccontiamo una sneaker, la Jordan 5, che è amata da pochissimi, in un periodo dove seguire, piuttosto che pensare autonomamente, sembra essere sempre più l'unica soluzione possibile.
Eppure, nel 1990, Jordan iniziava la scalata che lo avrebbe portato oltre l'Olimpo del basket, a sacramentare chiunque da lì ad altri 8 anni (circa) si sarebbe messo davanti a lui.
Prima di tutto, come sempre, qualche cenno storico: colui che ci saremmo ricordati come una delle più sanguinarie e autoritarie guide di uno dei paesi più "ripetuti" ai TG, Saddam Hussein e il suo Iraq, invadono il Kuwait, in quella che verrà definita "guerra del Golfo"; dopo la caduta del muro di Berlino, la Germania Est e Ovest si riuniscono, in uno degli eventi europei e mondiali più ricordati dai giovani di allora, andando a cambiare i rapporti, e le marce, di tutta Europa; in Italia terrà banco per mesi l'omicidio di Simonetta Cesaroni, una ragazza che, ancora oggi dopo 33 anni, non trova pace. Tra l'altro, questa storia viene raccontata in modo magistrale dal podcast "Indagini" de Il Post.

Negli Stati Uniti, a livello sportivo, Michael Jordan era ormai su ogni notiziario, ogni giornale, e sulla bocca anche di chi, sfortunatamente, non era appassionato di pallacanestro.
La sua legacy con i Chicago Bulls era ancora in costruzione, ma era ormai palese non sarebbe rimasto per molto senza anello.
Ripercorrendo la per ora breve sequenza di calzature per il cestista ex North Carolina, abbiamo:

Jordan 1: la prima silhouette, composta da un mix di elementi di altre scarpe prodotte da Nike.

Jordan 2: sempre alta, Made in Italy, senza logo Nike. Si prefigura la nascita di Air Jordan come brand a sé.

Jordan 3: l'accordo fra MJ e lo Swoosh viene salvato da questa scarpa. Jumpman logo, taglio medio, più leggera e con Air unit a vista. Spike Lee nella promozione della scarpa.

Jordan 4: la prima scarpa di MJ che travalica il basket, entrando nel cinema e diventando un fenomeno globale, anche grazie al lancio quasi in contemporanea in tutto il mondo.
Con la Air Jordan 4 Tinker Hatfield, ormai dedicata anima e corpo al campione dei Bulls, si era reso conto che si poteva sfruttare una grande occasione: visto che Jordan attirava su di sé ogni flash di ogni palazzetto di ogni città degli States, tanto valeva sfruttare l'occasione di far brillare anche le sue scarpe.
Modificò quindi il design della Jordan 5 ereditando i migliori aspetti delle due versioni precedenti, come le prese d'aria laterali per non rovinare troppo il design, l'allacciatura ergonomica della Jordan 3 che era più resistente e l'ormai immancabile, visibile, Air unit. In più, aggiunse a tutto questo tre elementi di assoluta novità.

Innanzitutto, il taglio della scarpa divenne più alto rispetto alle precedenti, più simile alle primissime varianti, con la particolarità di essere asimmetrico: Hatfield si era reso conto che i giocatori di basket muovevano la caviglia all'esterno in maniera più flessibile, avendo la necessità di più supporto all'interno.

Il secondo, per vanità più che funzionalità, fu la prima suola TRANSLUCENT del marchio Jordan, una trovata interessante per farsi notare sul parquet...e magari per rendersi conto di tutte le scarpe che ogni sera MJ avrebbe indossato.

Il più evidente, agli occhi di ogni fan all'interno dei palazzi, fu però senza dubbio la linguetta in materiale riflettente 3M: effettivamente, la linguetta della J5 svettava in maniera netta sulla scarpa, tanto che il genio americano deve aver pensato che sarebbe stato incredibile che, ad ogni scatto, non splendesse solo la stella dei Bulls ma anche l'iconica scarpa ai piedi di MJ.

L'ispirazione, invece, partì da un'idea "semplice" quanto fuori tempo: oggi nessun designer si ispirerebbe ufficialmente ad un'arma da fuoco o similare, ma ovviamente all'epoca i tempi erano diversi...per cui la storia è questa: vista l'aggressività con cui Jordan distruggeva i suoi avversari sul campo, Hatfield prese l'idea da un caccia americano della Seconda guerra mondiale per disegnare i "dentini" aggressivi sulla midsole.
Ah, da notare è anche la "nascita" dei reggi lacci: una gimmick carina, che si sarebbe vista e rivista in futuro.

C'era tutto, per un'altra stagione sorprendente.

Nel 1990, però, successe un'altra cosa che spinse questa scarpa oltre ogni logica in termini di vendite e, nonostante il prezzo di 125$, la rese una delle scarpe più vendute dell'anno.
Un giovanissimo Will Smith, nella parte di Willy, si trasferisce da Philadelphia a Los Angeles (Bel Air più precisamente) per volere della mamma, che avrebbe desiderato per il figlio un futuro diverso dal ghetto. Inizia così una delle serie più seguite degli anni 90, durata 6 stagioni in cui Willy combina di tutto... e sempre, o nella maggior parte degli episodi, con le Air Jordan 5 ai piedi.

Questo, oltre all'ormai rodato binomio Jordan-Spike Lee, diede una ulteriore spinta alla linea di calzature di Beavarton, posizionandosi in maniera ancora più netta nella mente dei giovani e di chi giovane voleva sentirsi.

Quattro sono le colorazioni OG, questa volta con un po' meno fantasia della Military Blue vista nella sneakerstory di Jordan 4:
Fire Red, Reverse Fire Red, Black Metallic Silver e una più strana colorazione Grape, molto apprezzata dai veri appassionati di sneakers.
Nel 1990 il numero 23 lo avreste visto esclusivamente ai piedi di MJ, almeno nelle due colorazioni Reverse Fire Red e Black Silver: il numero era infatti previsto solo sulla very OG Fire Red. Solo 10 anni più tardi, in una rielaborazione della Jordan 5, si sarebbe visto il 23 pressochè su ogni scarpa.

Solo per questa scarpa trascuriamo i risultati sportivi di MJ (quarta vittoria del titolo di top scorer) perché dalla prossima iniziamo a divertirci: notiamo però che questa scarpa, dopo le prime 4 che erano comunque state a loro modo sorprendenti, è davvero la prima a vivere quasi più fuori dal campo da basket che dentro. Ancora non si può dire che la scarpa viva parallelamente a MJ, d'altra parte il meglio deve ancora venire, ma certamente siamo davanti al cementarsi del fenomeno che stiamo vivendo. Un fenomeno lungo più di 35 anni.
Come sempre, momento fan fact:
- da molti, la Jordan 5 è definita come la prima vera scarpa performance della linea Jordan
- nel 2018 è uscita una versione celebrativa della Jordan 5 "Fresh Prince of Bel Air"

La particolarità di questa scarpa sta nell'assenza dei lacci, per come era solito utilizzarle Willy.
Quello che però forse alcuni non sanno, è che esiste una versione ancora più esclusiva di questa variante 👇

- come sappiamo, Michael Jordan ha indossato solo 2 numeri, il 23 ed il 45. Ma una volta, a causa di un furto nel prepartita, fu costretto a giocare con la numero 12. E provate ad indovinare che scarpe indossava?

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