Girovagando per il nostro primo Kickit a dicembre 2022, carichi di entusiasmo e un piccolo microfono bluetooth, abbiamo notato un ragazzo che, nel mondo dello sneakergame, è già abbastanza conosciuto. Davide è uno che fa parlare le sue opere, ma era arrivato il momento di scoprire cosa c'è dietro Artshot. CHI c'è dietro Artshot.
Il suo modo di essere, la sua intraprendenza e professionalità lo hanno portato a raggiungere traguardi già interessanti con la voglia di crescere ancora. Ora basta con le nostre parole, è arrivato il suo momento. Buona intervista ragazzi!

D: Eccoci qua Davide, a qualche bel mese dal Kickit. Per noi di Eyes sono stati mesi molto, molto, molto intensi, e posso immaginare lo siano stati anche per te. Se hai voglia, raccontaci qualcosina di quello che hai fatto, giusto per far capire ai nostri lettori che, insomma, stai contribuendo a plasmare la sneakerculture italiana. In più, ti chiedo di presentarti brevemente: chi sei, cosa fai, perché e come sei arrivato a farlo.
R: Ciao ragazzi, innanzitutto volevo ringraziarvi per l’opportunità datami, conosco il vostro blog da prima che ci presentassiomo ed è un piacere per me potermi raccontare attraverso i vostri canali.
Mi chiamo Davide, in arte “Artshot” , sono un ragazzo siciliano di 26 anni e abito a Bisacquino, un piccolo paese situato in provincia di Palermo. Mi sono diplomato presso il Liceo Artistico Statale Eustachio Catalano e attualmente studio Graphic Design all’accademia di Belle Arti di Palermo.
Le mie più grandi passioni: la storia dell’arte, Il disegno, il cibo e viaggiare. Pratico karatè da 20 anni e gioco a basket nel tempo libero, sport che col passare del tempo ha sviluppato una delle mie passioni più grande: “L’Amore per le sneakers”.
Esercito la professione di grafico freelance e illustratore, mentre da 2 anni circa partecipo a quasi tutti gli eventi di sneakers europei dove espongo e vendo le mie opere.
D: Come nasce la tua passione per lo sneakergame? E come si contestualizza questa all'interno della tua formazione e del tuo percorso artistico?
R: Come la maggior parte di appassionati di sneakers questa passione deriva da un interesse per la palla a canestro e per tutte le icone che hanno reso questo sport legendario.
Michael Jordan firmando con Nike ha dato vita a un mito destinato a diventare leggenda. Essendo classe 96 non ho vissuto un prima persona le gesta di MJ e compagni ma tutti oggigiorno sanno che le scarpe da lui indossate durante la carriera sono storia, cultura, e uno status simbol che ha simboleggiato e appassionato milioni di appassionati della palla a spicchi che almeno una volta nella vita si sono rivisti nello slogan “Be Like Mike” !!! Lo studio del design della calzatura, dell’anatomia del piede del giocatore, dei materiali utilizzati e il mood studiato per quella scarpa mi ha da sempre affascinato, portandomi a riproporre su carta quei modelli che amo, riproponendoli in chiave pop, moderna ma che strizza l’occhio alla tradizione.

D: Hai per caso altre passioni che, un giorno, ti piacerebbe dipingere? Non so, magari la natura, i paesaggi, i contesti urbani, gli anime...dimmi tu.
R: Parto dal presupposto che nasco come pittore e disegnatore. Mi sono diplomato in uno dei migliori licei artistici della regione, dove ho avuto il piacere di conoscere e apprendere da professori preparati, che oltre alla tecnica sono riusciti a plasmare la mia sensibilità artistica lasciandomi esprimere al massimo senza piazzare nessun paletto che potesse influenzare il mio modo di esprimermi. La padronanza di ogni tecnica grafico pittorica è fondamentale per poter capire quale stile più ci si addice, per poi successivamente sperimentare su qualsiasi supporto di noi preferito: carta, intonaco, tela, legno pelle ecc. I soggetti che amo disegnare oltre le sneakers sono gli animali, l’anatomia umana, i volti e i personaggi dei cartoni animati che mi hanno accompagnato durante la mia infanzia, mentre i soggetti che più odio disegnare sono macchine e moto, forse perchè non riesco a rappresentarli in maniera istintiva e naturale.
D: Tornando alla domanda precedente, ho nominato non a caso gli anime, perché mi ricordo, dalla nostra chiacchierata del Kickit, che sei particolarmente ispirato dall'arte giapponese: raccontaci qualcosa di più.
R: Sicuramente possiamo ritrovare influenze giapponesi all’interno delle mie opere; la linea non regolare ma modulare e decisa, stile Brush, riprende quello stile.
Penso che l’influenza stilistica più predominante sia lo stile di disegno dei cartoni Disney vecchia scuola. L’outline di contorno quasi assente, mai nero, che riprende i toni del colore predominante del soggetto, rende l’elaborato più armonioso, armonia che però nel mio stile viene spezzata da punti luce prepotenti che rendono il soggetto plastico, in primo piano rispetto agli altri livelli di sfondo o che stanno davanti ad esso, quasi vivo.
D: Come ben saprai, in Giappone le sneakers sono diventate, fra gli anni 90 e l'inizio degli anni 2000, uno dei simboli più importanti della cultura pop. Hai per caso in programma qualche viaggio di lavoro nella Terra del Sol Levante? Ti piacerebbe esportare anche lì la tua arte?
R: Prima di iniziare questo percorso mai avrei immaginato che avrei venduto delle mie opere, figuratevi uscire dal paese e arrivare in Italia e all’estero.
Penso che ogni pezzo venduto fino ad oggi in qualsiasi regione o nazione, sia un piccolo seme che può creare una connessione con appassionati di tutto il mondo. Viaggiare è una delle mie più grandi passioni; conoscere nuovi posti, nuove culture,usi e costumi non ha prezzo.
Riuscire a farti apprezzare per quello che fai soprattutto per quello che sei è sinonimo di saper lavorare bene e nel modo giusto. In programma non ho viaggi in Giappone ma ammetto che mi piacerebbe tantissimo, li la cultura per l’airmax Regna sovrana.
Da settembre partiremo con i vari eventi europei, mentre ad ottobre andrò in America per la prima volta. Magari qualcosa bolle in pentola...
D: Sempre parlando di stile, ritieni di aver raggiunto una certa maturità artistica, oppure la tua è ancora un'evoluzione abbastanza veloce e dinamica? E, soprattutto, in futuro ti piacerebbe confrontarti con altri stili?
R: L’esperienza e il percorso artistico per un creativo è tutto.
Credo di star lavorando bene e di essere migliorato tanto rispetto agli anni passati (Il mio profilo instagram fa da testimone). Sono convinto che il punto di forza di un artista sia creare un proprio stile, unico, originale e riconoscibile.
Oltre alla pratica giornaliera,e allo studio assiduo delle tecniche e alla sperimentazione di esse, una delle cose che più fa crescere un artista è la condivisione del proprio lavoro con i propri colleghi e con gente che se ne intende.
Chiedere parei, consigli, soluzioni non identifica un artistica come “insicuro di se” ma lo rende Umile e l’umiltà ripaga sempre.
Creare una connessione con altri artisti di settore che fanno qualcosa simile alla tua non è sinonimo di concorrenza, ma è collaborazione e la collaborazione è un punto di forza da non sottovalutare mai.
D: Descrivi, in breve, il processo creativo che ti porta a pensare, abbozzare e poi completare una delle tue opere.
R: Eccolo qui Fede, riassunto punto per punto:
- Progettazione attraverso schizzi su carta o in digitale
- Ricerca di reference fotografiche e grafiche
- Bozza preliminare
- Outiline
- Colore a blocchi
- Luci, Ombre
- Sfondo
- Prove di stampa su diversi supporti
- Stampa definitiva
D: Perfetto Davide, ora spostiamoci sul business side del tuo lavoro: come stanno andando le cose? Il Kickit e tutti gli eventi a cui partecipato avranno sicuramente aiutato, ma voglio avere una conferma.
R: Gli eventi come Kickit, Sneakerness o eventi in store sono il vettore che aiuta i creators come me a creare una connessione con appassionati di ogni città o paese.
Creare un networking di persone che sono accomunate dalla stessa passione è importante e gli eventi di settore servono a mantenere vivi i rapporti. L’intento era creare una grande famiglia, e ci stiamo riuscendo

D: Pensi di espandere la tua "produzione" anche ad altri supporti: nello specifico, ti piacerebbe lavorare su tele e simili? Diciamo, in modo molto terra terra, ti piacerebbe tornare un po' all'antico? E pensi che questo possa essere valorizzato e apprezzato oggigiorno?
R: Sono stra convinto del fatto che oggigiorno è importantissimo stare al passo coi tempi. Qualsiasi settore è stato sovrastato da un ondata di progresso che ha rinnovato il modo di lavorare ottimizzando i tempi e risorse. Ma sono anche convinto che è importantissimo non dimenticare le proprie origini e mantenre saldi le proprie radici alle tradizioni.
I supporti quali carta, tela, legno e tecniche come l’affresco, la graffiti, l’olio o l’acquarello non potrà mai e dico mai essere sostituito dal digitale. Soltanto quando senti l’odore e la trama della carta e il rumore della matita sul foglio puoi realmente provare l’emozione che il disegno può darti.
Quindi si, mi piacerebbe ricominciare a testare le vecchie tecniche e tirare fuori i vecchi attrezzi dalla valigetta senza accantonare l’illustrazione digitale.
D: Nei prossimi tempi, come pensi di espandere il tuo business? Perchè io so qualcosa di una linea di abbigliamento, ma magari c'è anche altro. Fammi pure una panoramica generale.
R: In cantiere ho diversi progetti. Sicuramente continuare a lanciare pezzi in serie limitata, dividere l’opera in 29 pezzi mi da la possibilità di accontentare molte più persone che magari non hanno la voglia o la possibilità di acquistare un pezzo unico a centinaia di euro.

In questo modo vedo l’opera come un Horcrux spezzettato in 29 pezzi che racchiude in se ciò che voglio raccontare atteaverso l’illustrazione. In più da pochissimo ho lanciato il mio brand di Abbigliamento adattare ciò che fino ad oggi è stato stampato solo su supporto cartaceo, su capo di abbigliamento era un mio sogno da sempre. Attraverso una sintetizzazione delle forme, dei colori e dei dettagli dell’opera, l’intento è di riuscire a mantenere potenza grafica e comunicativa, ma senza togliere bellezza ed estetica.

In un periodo dove lo stile clean e pulito e i colori pastello prendono campo, c’è bisogno di rientrare a gamba tesa sul mercato riproducendo capi di abbigliamento che rispecchiano il pieno stile della maglia da festival degli anni d’oro rock e punk rielaborandole in chiave pop e moderno.
La cura maniacale per i dettagli e l’aiuto da parte di amici e collaboratori hanno reso possibile la nascita della linea Clothing.
Ad oggi potete trovare le prime tre maglie in vendita sul mio store e nei negozi in giro per l’italia che hanno avuto fiducia nel progetto fin da subito.

D: Capito tutto Davide. Ora torniamo a te, con qualche domandina un po' più filosofia: un luogo che ti ispira, un artista (contemporaneo o "vecchiotto") che ammiri e un obiettivo per il futuro.
R: Il posto che più mi ispira e che mi rigenera fisicamente e mentalmente è senza dubbio l’Isola di Lampedusa.
Il connubbio isola più Claudia, la ragazza che amo, riesce a rilassarmi e a farmi ritrovare l’ispirazione persa, dandomi la carica per affrontare una nuova stagione lavorativa. È senza dubbio il posto dove vorrei andare almeno una volta l’anno. Un artista del passato a cui mi ispiro è Da Vinci, la prospettiva aerea e lo studio anatomico dovrebbero essere pane quotidiano per chiunque disegna. Amo Andy Warhol perchè ha rivoluzionato la concezione di opera d’arte rendendola riproducibile in serie e sdoganando il concetto di “Pezzo unico”. Un artista vivente che mi piace molto è Daniel Harsham mentre quello che più adoravo sia per lo stile, sia per l'attitude sia per le collaborazioni con Nike e Jordan è Kaws, artista che mi ha deluso enormemente dopo avermi bloccato su Instagram dopo avergli dedicato un illustrazione in collaborazione col mio amico e artista Curmo. Ma di questo ne parleremo la prossima volta 😉
GIVEAWAY
D: Ora sei libero 🙂 O meglio, sei libero dalle mie domande, perché posso finalmente annunciare il giveaway che abbiamo organizzato con te
GIVEAWAY. Seguiteci su instagram perché è lì che daremo ulteriori informazioni per il giveaway.
Eyes sta crescendo, e speriamo di fare un po' di strada insieme!
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La newsletter di Eyes cambia volto: a scriverla, innanzitutto, è Fede. In più, ha un bel titolo: "Streetwear, ma spiegato bene". Di cosa parlerà? Di streetwear, ovviamente. Ma lo farà con un piglio critico, a tratti filosofico, a tratti inutile, ma sempre tremendamente curioso e vivace. Se vuoi divertirti, quindi, ti basta cliccare il tasto in basso!
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