Ormai lo sapete: se c'è un bel progetto che in qualche modo riguarda le sneakers e lo streetwear, EyesOnMagazine deve parlarne. E in questo caso, come già successo con tante altre realtà nostrane, non solo ne parleremo, ma avremo anche la possibilità di toccare con mano uno dei suoi lavori. Senza girarci troppo attorno, però, facciamo nomi e cognomi: oggi parleremo di SEDDYS, realtà che si occupa di sneakers custom e che da quasi un decennio propone alcuni dei progetti più interessanti della scena italiana.
E, incredibilmente, uno di questo progetti SEDDYS ha deciso di lanciarlo insieme a noi: si tratta di "Premium Denim", una collezione che prevede la realizzazione di sneakers attraverso un processo di upcycling del denim. Ma cos'è l'upcycling? Se volete un approfondimento serio, potete cliccare qui: se invece siete pigri (improbabile se ci leggete, ma non si sa mai), vi consiglio di continuare la lettura, perché a spiegarcelo sarà proprio SEDDYS.
SEDDYS, adottando questa tecnica e rendendola il cardine di una sua intera collezione, ha deciso in breve di fare questo: prendere una vecchia Nike Air Force 1 e un vecchio paio di jeans e metterli insieme, creando un prodotto unico, estremamente personalizzabile, sostenibile e di alta qualità. Senza perderci in altre chiacchiere, però, andiamo dritti a questa intervista più recensione, in cui toccheremo con mano il lavoro svolto da SEDDYS. Let's go!
D: Allora ragazzi, eccoci finalmente qua per parlare solo ed esclusivamente di SEDDYS e della sua idea di upcycling. Prima di partire con la recensione vera e propria e concentrarci unicamente sul progetto "Premium Denim", però, volevo chiedervi di presentarvi: chi siete, cosa fate, perché lo fate (detto in modo molto terra terra, mi piacerebbe avere un overview "storica" di SEDDYS, in cui mi raccontate anche la vostra passione e la vostra visione).
R: "SEDDYS nasce nel 2014 (l’anno prossimo festeggiamo 10 anni di attività!) e da allora ha raggiuto il successo aprendo le porte a una nuova idea di customizzazione, attraverso una formula basata su creatività, artigianalità e identità. Cosa significa? Il custom per SEDDYS è uno stile di vita: riflette il bisogno di essere unici, di emergere, di fare la differenza; ma anche di offrire un prodotto che unisca tecnica e stile, grazie all’approccio “artigianale” e all’attenzione al design. Infatti, dietro ai prodotti e al design by SEDDYS c’è un accurato processo creativo: un modus operandi artigianale che si rifà ai trend del momento, ma con un occhio all'innovazione e alla ricerca di reference e ispirazioni che, combinate, danno vita a progetti complessi ed elaborati. Inoltre, SEDDYS vuole dare ad ognuno l’opportunità di esprimere sé stesso, il proprio stile e la propria creatività, cercando di coinvolgere l’utente nella realizzazione del custom in modo sempre più interattivo: dai format di live custom al (nuovissimo) progetto dei custom tutorial, SEDDYS vuole porre al centro delle proprie creazioni il cliente finale".
R: Vi ringrazio ragazzi: ora, però, la palla passa a me. Andiamo, quindi, a recensire il vostro servizio più nuovo, più fresco, più ambizioso, più creativo e, inutile negarlo, più "rischioso" dal punto di vista commerciale. Dopotutto, fare custom è qualcosa che fanno in tanti; fare custom bene è qualcosa che fanno in pochi; fare custom in cui è letteralmente il cliente a mettere le "mani in pasta" è qualcosa che non fa praticamente nessuno. Siamo infatti abituati ad avere tutto subito, con il minimo sforzo. Vediamo, invece, cosa si può ottenere con un po' di creatività e forza di volontà. Partiamo!
Per poter realizzare una recensione quanto più possibile approfondita, coerente e soprattutto precisa, i ragazzi di SEDDYS mi hanno inviato due prototipi unici della linea "Premium Denim": una Air Force 1, simile a quella che avete visto pubblicizzata sui nostri canali social, e una Court Borough (diventa Vision in misure dal 42 in più, ma non c’è praticamente differenza). Entrambe sono realizzate in denim, ma seguono due filoni di pensiero abbastanza diversi: l'AF1 è "figlia" del modo più puro di vedere l'upcycling, ovvero come riutilizzo di ogni singola parte del jeans e come espressione creativa di chi la crea; la Court, al contrario, si pone come un'alternativa più "raffinata" e mainstream, sicuramente meno creativa ma altrettanto sostenibile.


D: Per questo, vi chiedo subito: da dove nasce l'idea della Air Force 1? Nasce come sfogo creativo o semplicemente come idea di custom high-end ultra-personalizzabile?
R: "In parte la risposta a questa domanda è “nascosta” tra le righe di quella precedente; il progetto nasce infatti dall’attenzione ad uno dei trend che negli ultimi anni sta travolgendo il mondo della moda, ma non è ancora così radicato in quello delle sneakers e del custom: l’upcycling, ovvero il riutilizzo creativo di materiali e tessuti di scarto, inutilizzati o destinati ad essere buttati. C’è una scelta non casuale anche dietro all’uso del denim, tessuto selezionato per realizzare non solo il primo prodotto Premium by SEDDYS, ma anche un’intera collezione custom che comprende diversi modelli Nike (come la Court Borough che ha ricevuto Federico), Adidas e Converse. Il jeans infatti è un prodotto comune, quotidiano – chiunque ha in casa un paio di jeans o una camicia/giacca in denim – che si presta perfettamente al riutilizzo creativo. È inoltre un materiale che ha fatto la storia della moda, un simbolo culturale, una vera icona. Proprio per questo abbiamo pensato di dare la possibilità, non solo di acquistare la versione AF1 Premium Denim, ma anche di realizzare il proprio prototipo “fai-da-te” grazie al nostro tutorial".
Noi abbiamo sperimentato e dato vita, rielaborando un intero paio di jeans, ad una Air Force 1 inedita, arricchita da accessori che interagiscono tra loro e con la sneaker, e possono essere utilizzati in tanti modi differenti. Ma allo stesso tempo, vogliamo offrire la possibilità a chiunque abbiamo a casa del jeans e un paio di sneaker (non necessariamente Air Force 1) di potersi mettere all’opera, divertendosi e creando un custom unico e sostenibile, dando nuova vita a prodotti inutilizzati o dimenticati per anni nell’armadio.

Una visione eclettica: la recensione dell'AF1 "Premium Denim" di SEDDYS
Introdotte le due custom che recensirò, possiamo passare all'esperienza di unboxing. Innanzitutto, la confezione esterna usata da SEDDYS è di colore nero, con scritte ai lati e il logo posto al centro, ed è realizzata in cartone. All'interno, trattandosi di un'anticipazione della collezione "Premium Denim", troviamo una borsa di jeans con una catenina metallica, contenente il box delle nostre sneakers e il certificato di autenticità fornito da SEDDYS.





Una volta tolta la borsa, che è un accessorio "figlio" di un approccio totale all'idea di upcycling e che può essere tranquillamente usata come una tote bag, possiamo unboxare le nostre scarpe. Come ho già detto, in questo caso mi sono arrivati due prototipi, per cui una AF1 e una Court Borough, per cui l'esperienza di unboxing è comunque diversa rispetto a quella reale e il mio interesse primario è concentrarmi sulla qualità della custom stessa. Detto questo, andiamo pure avanti con la "scoperta" di queste sneakers.
Partiamo con l'AF1. Quello che si nota subito è l'altissimo grado di personalizzazione e unicità di questo specifico concept: innanzitutto, per produrre un paio di Air Force 1 della collezione "Premium Denim" viene utilizzato un intero jeans (talvolta anche un jeans e mezzo), di cui viene usato tutto. Sui lati delle scarpa, sulla tongue e sulla toebox troviamo ad esempio i passanti, mentre per realizzare gli accessori vengono utilizzate le tasche o le gambe del jeans. Insomma, l'intero capo viene utilizzato per garantire il massimo rispetto dell'idea di upcycling, garantendo tanto sostenibilità quanto creatività.





Scendendo un po' più nel dettaglio, due aspetti che ho particolarmente apprezzato di questo prototipo sono senza dubbio le cuciture e la resa estetica finale: per quanto riguarda il primo punto, non posso che apprezzare l'artigianalità e la "ruvidezza" delle cuciture realizzate da SEDDYS, che restituiscono l'idea di qualcosa che è stato fatto interamente a mano. Certo, le cuciture potevano essere tranquillamente fatte seguendo una linea precisa, "alla Nike", ma, come spesso succede nella realizzazione di questo tipo di custom, non avrebbero avuto personalità. Al contrario, sarebbero sembrate il classico prodotto standardizzato, prodotto in massa e privo di qualsiasi tipo di unicità.


Parlando di resa estetica, invece, ho amato da subito l'impatto estremo e high-end della Air Force 1 di questa collezione esclusiva: non a caso, nel momento in cui le ho viste in una delle prime videochiamate che abbiamo fatto con SEDDYS, mi sono subito detto che erano una figata pazzesca. Il coprilacci a forma di tasca, i passanti e, tocco incredibile, il "calzino" di jeans che si può attaccare alla scarpa e creare un look stile "Overshoe" di Tom Sachs rappresentano infatti uno sforzo creativo non indifferente, in cui ogni elemento viene realizzato in nome di una moda sostenibile e unica. Non mi soffermo molto sui colori, perché alla fine sono quelli di un jeans e non rappresentano, a mio avviso, la vera punta di diamante di questa scarpa: sottolineo, però, che il programma "Premium Custom Service" vi permette potenzialmente di apporre qualsiasi tipo di tessuto sulla vostra scarpa.

D: Ed è proprio su quest'ultimo punto che vorrei farvi una domanda, in parte legata a quella precedente e alla risposta che mi avete dato: a portarvi a questa scelta, è stata anche la volontà di "giocare" un po' con il cliente? Pensate che la prossima frontiera della personalizzazione sia il fai-da-te? Vi chiedo questo perché "ovviamente" è più facile e veloce fare di tutto da voi, senza andare a rompersi il cazzo e ascoltare ogni singola richiesta del cliente per poi metterci "solamente" la cucitura finale.
R: "Questa scelta nasce dal fatto che, il mondo del custom, spesso è visto secondo noi come qualcosa di “lontano”, inarrivabile, per il cliente, e si perde la componente fondamentale del “personale”. Noi da sempre ci occupiamo, oltre che delle nostre collezioni e dei modelli stagionali, di custom “su richiesta”, realizzati quindi su misura per il cliente in base alla propria creatività e ai propri gusti. Quindi perché non provare a coinvolgerli in prima persona? Soprattutto, perché non dare loro la possibilità di creare qualcosa di “valore” attraverso ciò che già hanno in casa, non dovendo necessariamente spendere cifre esorbitanti? È un po’ come acquistare un capo vintage: sarà sempre un pezzo unico, speciale, e in più si va a “riciclare” al posto di acquistare qualcosa di mainstream e prodotto in massa.
È ovviamente un progetto ambizioso, ma speriamo che venga capito e apprezzato come qualcosa di unico e innovativo".
Per concludere al meglio la recensione dell'Air Force 1 "Premium Denim", non posso esimermi dall'affermare che questa scarpa non vuole essere messa tutti i giorni e sicuramente non vuole piacere a tutti. Il perché è presto detto: si tratta, infatti, di un vero e proprio oggetto di design, che vuole rappresentare prima di tutto un'idea, un movimento, uno specifico tipo di creatività, e solo successivamente vuole essere una scarpa da mettere con semplicità e indossare nelle attività quotidiane.

L'alternativa mainstream, ma sempre upcycled: la recensione delle Court Borough di SEDDYS
Spostiamoci, ora, sul secondo prototipo che SEDDYS ha deciso di inviarci: le Court Borough. Come ho già anticipato nel titolo, si tratta sicuramente di un'iterazione più mainstream e meno estrema del concetto di upcycling. In questo caso, infatti, ci troviamo di fronte ad una scarpa che utilizza denim proveniente da jeans non più utilizzati, ma che non vuole avere l'impatto estetico dell'AF1: dopotutto, come abbiamo già sottolineato, l'Air Force 1 "Premium Denim" non vuole piacere a tutti, perché vuole essere un qualcosa di estremamente personalizzabile e unico. Al contrario, la Court Borough nasce sicuramente da una vision (scusatemi il gioco di parole) più commerciale, ma non per questo meno coerente con l'idea di riutilizzo creativo e valorizzazione di materiali di scarto.


Analizzando più nello specifico la scarpa, notiamo subito due dettagli: la qualità del denim utilizzato e, soprattutto, il tocco molto presente di SEDDYS, che ha deciso di fare le cose per bene anche in questo caso. Tutti i pannelli della sneaker, infatti, sono stati sostituiti col denim, e persino i lacci sono realizzati nello stesso materiale: la suola, poi, è stata trattata in modo da avere un leggerissimo color azzurro e matchare così perfettamente con il resto della scarpa. Detto molto terra-terra: saranno anche più basic e più mainstream, ma sicuramente non vogliono perdere troppa personalità rispetto alle "sorelle maggiori".





Eccoci arrivati alla fine di questa recensione intervistata, o intervista recensionata, che dir si voglia. Abbiamo affrontato nel modo più completo un argomento che spesso sono affrontati in modo superficiale, tanto che non è mica finita qua: nel mese di agosto, infatti, uscirà almeno un altro pezzo in cui affronteremo con SEDDYS la tematica dell'upcycling. Intanto, vi lascio anche qui qualche link di riferimento per per verificare con i vostri stessi occhi la qualità della collezione "Premium Denim": per acquistare l'Air Force 1 vista nella recensione, vi basterà cliccare qui, mentre se volete far customizzare la vostra scarpa con un materiale di scarto che avete a casa, cliccate qui. Per concludere, lo dico qui e ora, senza marchetta: mettere "le mani in pasta" e creare il vostro custom sostenibile e unico è una figata vera, che nessun altro in Italia, per ora, vi permette di fare. Pensateci bene, quindi.
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1 thought on “Dare nuova vita ai tuoi jeans e alla tua vecchia AF1: l'idea di SEDDYS (Intervista + Recensione)”