La storia di HUF, lo skate brand per eccellenza della West Coast

HUF storia

Ogni brand racconta una storia.

Ci sono brand che raccontano storie felici o sorprendenti, altri che ne raccontano di banali o tristi, altri ancora, invece, raccontano poco o nulla. Ecco, HUF è uno di quei brand che raccontano una storia di successo e di passione. Dopo aver scoperto la storia di Obey, quindi, andiamo ad esplorare anche quella di HUF.

Keith Hufnagel (foto da GQ)

Dalla East Coast alla West Coast

È il 1992, e Keith Hufnagel, talentuoso skater nato a New York, si è appena trasferito a San Francisco, in California: qui, in pochi anni, si afferma come uno degli astri nascenti dello skateboarding statunitense, cercando allo stesso tempo di mantenere un "punto di connessione" con la sua New York. Non a caso, in questi anni nascono le sue amicizie con Peter Bici, Gio Estevez, Gino Iannucci, Harold Hunter e Keenan Milton.

In questi anni, inoltre, Keith comincia ad essere sponsorizzato da alcune delle più importanti realtà del settore, fra cui Real Skateboards, Stüssy e Nike SB: la sua carriera va quindi avanti nel migliore dei modi, tanto che, alle soglie degli anni Duemila, comincia a pensare di aprire una sua attività, "per restituire quello che la comunità di San Francisco gli aveva dato". Questa idea diventa realtà nel 2002, quando decide di aprire il suo primo negozio nel malfamato distretto di Tenderloin.

Il nome di questa nuova boutique dello skate? Semplicemente HUF, ovvero l'abbreviazione di Hufnagel, il cognome di Keith, che negli anni precedenti aveva usato questo soprannome tanto sulle sue tavole da skate quanto per "firmare" la sua street art (sì, Keith ha trovato anche il tempo di fare lo street artist).

HUF, una storia di successo

Il successo di questo progetto pionieristico è praticamente istantaneo: l'esperienza e la creatività di Keith, unite alla portata rivoluzionaria del luogo scelto per il suo primo skateshop, rendono HUF un luogo di ritrovo per gli skater della California, che lo eleggono quasi subito a "portavoce" della sottocultura street che andava diffondendosi all'inizio degli anni Duemila.

L'impatto culturale della creatura di Hufnagel è talmente impressionante da portarlo a collaborare, già nel 2004, alla realizzazione di una SB Dunk High, la HUF, entrata poi nella storia come una delle sneaker più desiderate al mondo. Allo stesso modo, attorno a HUF nascono anche tante altre realtà dello skateboarding californiano: Upper Playground, Diamond, FTC, The Hundreds e Benny Gold saranno infatti legati a Keith fino all'ultimo giorno della sua vita.

Negli anni, l'influenza di HUF continua a crescere, portando il brand ad affermarsi a livello mondiale. Arrivano quindi le collab con Budweiser, Pepsi, Playboy, La Pantera Rosa, Peanuts, Quentin Tarantino, ma la forza comunicativa del brand californiano rimane immutata: il marchio di Keith, infatti, rimane sempre fedele a se stesso, non snaturandosi mai e, anzi, mostrandosi come la voce delle varie controculture che rappresenta. Iconici, ad esempio, lo slogan "Fuck It" e il dito medio realizzato dall'artista giapponese Haroshi e piazzato nella hall del negozio di Los Angeles.

HUF storia

Nell'ultimo decennio, poi, HUF ha trovato in quello asiatico uno dei suoi mercati più floridi: la maggior parte degli store del brand, infatti, si trovano in Giappone, a dimostrazione della travolgente passione delle nuove generazioni per lo streetwear e lo skatewear americani.

Keith perde la sua battaglia

Il 14 settembre del 2020, la storia di HUF conosce il suo primo, vero dramma: dopo una battaglia durata due anni, Keith Hufnagel muore a causa di un tumore al cervello. Ha appena 46 anni, e il suo destino è tremendamente simile a quello dell'amico e HUF ambassador Dylan Rieder, talentuosissimo skater morto di leucemia nel 2016, ad appena 28 anni.

Nonostante la morte del suo fondatore, HUF ha continuato e tuttora continua a portare avanti la sua "missione": rappresentare, difendere e arricchire la skate culture di San Francisco, Los Angeles e New York. Non a caso, nel 2022 Nike SB ha deciso di celebrare l'importanza di HUF con la release di tre SB Dunk Low, una per ciascuna delle città che hanno dimorato nel cuore di Keith. Impossibile non sottolineare, poi, la scritta presente sul backtab: "Keith Forever". Perché certo, noi esseri umani non siamo certo eterni, ma le storie, le idee, le ambizioni, i successi e i fallimenti lo sono.

Cosa troviamo su Blak!

Compreso il dilettevole, ovvero la storia di HUF, possiamo passare all'utile, ovvero quello che di bello ha da offrirci Blakshop, rivenditore ufficiale del marchio californiano per l'Italia. Di collezioni, sul sito di Blak, ne trovate moltissime, e per trovarle tutte vi basterà cliccare qui!

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Da parte nostra, ci sentiamo di consigliarvene due in particolare:

Una è questa tee, realizzata per la collezione Avengers: tralasciando l'importanza della collab, ci troviamo di fronte a una maglietta ben fatta e con una stampa sul retro che, insomma, è destinata a spaccare come poche altre cose. Per farla vostra, vi basta cliccare qui.

Un po' polo, un po' felpa, un po' camicia, questa maglia fa parte della collezione realizzata con il rapper Freddie Gibs. Celebrando il lusso di Las Vegas, questo capo potrebbe rappresentare un vero e proprio game changer nel vostro guardaroba. Come prima, clic qui e sarete direttamente reindirizzate sul sito di Blakshop.

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