Quando si parla di Nike, difficilmente si parla del suo impegno nel sociale e delle innumerevoli cause che ha sposato nel corso degli anni. Why So Sad?, Skate Like A Girl, Conquer Cancer Foundation e Michael J. Max Foundation rappresentano solo una piccola parte dei molti progetti a cui Nike ha preso parte. Il più importante fra questi, tuttavia, è un altro: si chiama Doernbecher Freestyle ed è nato nel 2004, grazie all'idea dell'OHSU, l'Oregon Hospital & Science University.
La storia dell'OHSU Doernbecher
La storia di questo ospedale pediatrico risale agli inizi del Novecento, quando gli eredi del magnate Frank Silas Doernbecher decisero di mettere in pratica le sue ultime volontà e donare il suo intero patrimonio per creare "qualcosa di cui potessero beneficiare tutti gli abitanti dell'Oregon". Fra il 1925 e il 1926, quindi, il Doernbecher Memorial Hospital for Children venne costruito e aperto il pubblico, diventando subito un punto di riferimento per la medicina pediatrica: merito di attrezzature all'avanguardia e, soprattutto, di grandissimi investimenti nella ricerca medica (sin dalla sua creazione, infatti, l'ospedale venne affiancato dalla Scuola di Medicina dell'Oregon).

Negli anni Settanta, poi, il Doernbecher Memorial Hospital for Children cambiò nome e diventò OHSU Doernbecher (OHSU sta per Oregon Hospital & Science University). Nel corso del tempo, la reputazione di questo ospedale in Oregon non ha subito particolari stravolgimenti: tuttora è infatti noto per le sue ricerche e per le sue infrastrutture all'avanguardia, due aspetti che gli hanno fatto meritare le posizioni più alte nelle classifiche stilate da U.S. News & World Report.
Doernbecher e Nike, una storia di speranze, sogni e ricerca
Nel 2004, Michael Doherty, uno dei manager di Nike e membro del consiglio d'amministrazione di Doernbecher, decise di unire questi due mondi. Un'idea che, analizzata a posteriori, ha avuto un'influenza straordinaria non solo nel mondo delle sneakers, ma soprattutto nella vita di decine e decine di bambini che negli anni si sono avvicendati per concretizzare il loro sogno: vedere le loro idee, i loro sogni, i loro messaggi e le loro speranze su un paio di sneakers da tramandare alle generazioni future.

Così, il 14enne Dario Villaseñor Valdivia, colpito da leucemia mielomonocitica, ha potuto trasmetterci la sua forza d'animo e la sua maturità grazie alle sue Huarache, su cui troviamo la scritta "siempre fuerte". Isaiah Scott, invece, ha deciso di rappresenta la sua lotta contro la leucemia linfoblastica acuta creando una delle Jordan 4 più ricche di significato, oltre che apprezzate, della storia. Brody Miller, la cui vita è stata condizionata da una fistola arterovenosa durale complessa, ha invece deciso di dare energie positive al prossimo attraverso una Uptempo elettrizzante, carica di significato e voglia di vivere ogni giornata al massimo delle proprio possibilità.



Il futuro della partnership
Ad oggi, la partnership fra Nike e Doernbecher è stata una delle più importanti degli ultimi anni: in 20 anni, infatti, i proventi ricavati dalle vendite delle sneakers realizzate con i bambini dell'ospedale hanno portato all'OHSU circa 31 milioni di dollari, una cifra che è stata interamente utilizzata per ampliare la ricerca pediatrica. Per questo motivo, lo Swoosh e l'ospedale dell'Oregon continueranno a collaborare anche nel 2024, tanto che Sneaker News ha già fatto trapelare le prime foto di una Dunk High, realizzata da una ragazza che ha deciso di lasciare sulla midsole un messaggio straordinariamente forte: "She believed she could so she did", traducibile in italiano come "Lei credeva di poterlo fare, quindi l'ha fatto".

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